Evidentemente porta male, alla Fortitudo, assistere agli esordi (in questo caso solo casalingo) di nuovi allenatori: come era successo a Piacenza capita anche a Udine, andando a trovare la seconda sconfitta in stagione dopo una partita talmente brutta e svagata da sembrare quasi impossibile. Ma riuscendo comunque, in una partita talmente brutta e svagata da sembrare quasi impossibile, a restare a tiro contro chi in casa è quasi imbattuto fino al penultimo. Poi, però, l’assenza di una alternativa offensiva a Leunen rende impossibile superare quota 70 e, quindi, continuare la serie. Incidente di percorso, ma a dirla tutta non così brutto come fu, per intenderci, il ko contro la Bakery.

Si parte, Spanghero scippa Leunen e si fa da lui accompagnare in contropiede fino alla tripla in faccia. Poi altri due scippi su passaggi morti e canestri in contropiede. Poi Hasbrouck si mette a fare batti e ribatti con Simpson, e non gli va benissimo. Insomma, l’inizio più svagato della stagione, contro una Udine che ci mette anche del suo a bollare spesso e volentieri, per il 13-23 del minuto numero 8. Martino gira le sue truppe, si difende un po’ meglio, 17-23 al 10’.

Un po’ di post basso a bucare e a coprire di falli gli udinesi, un po’ di ottima difesa, e Bologna riesce tra i due quarti a brekkare 13-0 mettendo il naso avanti. Non si segna mai e poi mai da 3 (tutti lunghi, strano), e allora per stare avanti serve che Leunen si prenda tutti sulle spalle. Riesce (31-27), e riesce anche per tenere il vantaggio al 20’, che arriva con sua tripla per il 38-35.

Rimane durissima, ma Udine riacciuffa la testa sfruttando l’inesistenza del tagliafuori che rende Pellegrino l’uomo del quarto, un tecnico contro Martino, e la perpetua incapacità di aprire la scatola da fuori. Bologna non perde la testa davanti alla difficoltà di decrittare l’enigma, ma nemmeno pare saper trovare chiavi di accesso: Hasbrouck sbaglia la tripla numero 17 (su 20) di squadra, 52-57 al 30’.

Udine non uccide, ma nel frattempo la Fortitudo riesce a ciccare 2-3 contropiedi sprecando, se vogliamo, più di quanto non fatto in una intera stagione. Si scende a -9 quando Martino prova ad annusare un po’ di zona assieme al quintetto con Rosselli da 4. C’è vita: Leunen torna a fare il babbo di tutti e mette due triple rischiando per un nonnulla il 3x3 del pareggio, Cinciarini fa -1 e, dopo due ferri di Cortese dalla lunetta, c’è un atroce cross di Hasbrouck dai 4 metri ed errore dall’arco di un esausto Leunen. E’ una apoteosi di braccini, a 40” l’ennesima azione offensiva fortitudina si limita ad una pietra di Hasbrouk da troppi metri, e Udine riesce, malgrado l’ennesima disperata tripla del solito Leunen, a tenersela a casa.




FOTO DI VALENTINO ORSINI/ FORTITUDO PALLACANESTRO BOLOGNA
2 APRILE, IL GIORNO DELLA FORTITUDO VITTORIOSA A REGGIO EMILIA E DI TEO ALIBEGOVIC
LO SFOGO DI MATTEO BONICIOLLI