Gora Camara, che sta facendo bene a Casale Monferrato, è stato intervistato da Tuttosport.
Un estratto delle parole del 18enne lungo di proprietà Virtus.


«Prima c’è stato il ring con papà, pugile e allenatore. Poi ho iniziato a guardare la Nba in tv, la finale Cleveland-Golden State. Conquistato, andavo al campetto con gli amici e dopo 6 mesi alla Dieda Academy di Dakar. Praticavo entrambi, C’è stato un momento in cui papà Cheikou, mi diceva di andare in palestra, ma se non c’era lui io di nascosto andavo al basket. Quando l’ha saputo s’è arrabbiato. Però amo il basket e poi ho pensato sia meglio tirare, che prendere pugni».

Come è arrivato in Italia? Tre anni fa per un torneo giovanile. Mi ha visto Tommaso Comellini che ora è il mio agente. È venuto con Federico Vecchi, allenatore dell’Under 18 Virtus. Avevo altre possibilità, ma mi hanno convinto subito»

E a Casale la scorsa estate? «Dovevo andare nella Nazionale Under 18 del Senegal, ma ho scelto di curare un paio di settimane un piccolo problema al ginocchio. S’è cominciato a parlare del futuro, io voglio migliorare sempre. È arrivata Casale, ha parlato con me. L’allenatore Ferrari ha detto ciò che volevo sentire, aveva le mie stesse idee. Ora mi trovo benissimo, in prima squadra e nell’Under 18. E la città mi ha accolto nel modo migliore».

Le manca casa? «Moltissimo, in particolare la famiglia: mamma più di tutti, papà, mio fratello, le due sorelline. Una vive a Parigi con zia. Sono il più grande. Posso vederli d’estate, ma li sento ogni giorno. Del resto è stata una mia scelta, per crescere. Ma il primo anno è stato molto più difficile. Anche per la lingua: dicevo sempre sì, anche quando non capivo». Segue risata.

Obiettivi suoi e di Casale? «Io voglio la promozione in A. Proviamo ad arrivare fino in fondo e vediamo».

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