Il CEO di Euroleague Marshall Glickman - nel corso di una lunga intervista a Donatas Urbonas di Basketnews, ha parlato anche del futuro dell'Eurolega e del coinvolgimento della Virtus.

Un estratto delle sue parole.

“L’argomento sul quale ognuno ha la sua idea personale è il format dell’Eurolega, ci sono già molte proposte su come migliorare il torneo che sono già state discusse come l’allargamento delle qualificate ai playoff, l’introduzione di un torneo play-in stile Nba, la riduzione del numero di partite, la divisione in conference. Quali di queste idee sono inevitabili e più facilmente integrabili nel futuro di Euroleague?”

 “Va di pari passo con l’espansione, siamo 18 club oggi e abbiamo più domande di partecipazione che posti realmente disponibili, è una posizione invidiabile e sono contento di esserci.
Al momento abbiamo due organizzazioni parigine che stanno legittimamente chiedendo una licenza, la squadra già esistente e anche un altro gruppo, ma per ora preferisco non approfondire la questione. I “London Lions” vogliono partecipare alla competizione il prima possibile mentre l’As Monaco che si è qualificata vincendo l’Eurocup, ma grazie alla sua competitività è ancora in Eurolega, gioca in un’arena troppo piccola per gli standard. Mi sono recato a Monaco la scorsa settimana e ho incontrato il primo ministro del Principato, che mi ha informato in merito alla volontà di costruire un nuovo palazzetto, dimostrando la loro ambizione a diventare una squadra con licenza permanente. Inoltre le due squadre di Belgrado, ovvero Partizan e Stella Rossa, vogliono essere team di Eurolega. Per concludere ci sono Virtus Bologna e Valencia, la quale sta costruendo una bellissima e moderna arena, che desiderano avere una licenza pluriennale. È molto difficile puntare su un business nel quale un anno sei dentro e l’anno dopo al piano inferiore (Eurocup), ma dobbiamo essere una lega aperta in qualche modo, per questo il vincitore dell’Eurocup merita la promozione in Euroleague. Per rispondere alla tua domanda, confesso che l’espansione è inevitabile, più squadre significano più incontri, ma non si può cambiare la durata della stagione, soprattutto con un calendario così fitto dove anche la FIBA richiede due finestre e i campionati nazionali prevedono i playoff. Probabilmente, ad un certo punto saremo costretti ad istituire le conference, anche se il format vigente dove anche i grandi brand come Barcellona o Real Madrid visitano tutte le città partecipanti, è di nostro gradimento. Se ricorreremo alle Conference, dovremo trovare dei compromessi. Un’altra necessità sarà quella di espandere il numero delle partecipanti alla post season, quindi sono molto a favore di un torneo play-in stile Nba. Mi piacerebbe assistere ad un “All Star Game”, penso dovremmo istituirlo nel giusto mercato. Tutti questi argomenti riconducono alla domanda, e dovremmo anche provare a far giocare una partita di regular season fuori dall’Europa, per esempio a New York, a Tokyo, a Mumbai. Servirebbe a far capire al resto del mondo la qualità del nostro prodotto, l’intensità delle nostre partite, il significato dello slogan “Every game matters”.
Questo rappresenta un vantaggio per noi, qualcosa di diverso, nell’Nba non tutte le gare sono necessariamente importanti. Penso che dovremmo guardare ad un format creativo, mi piacerebbe trovare una soluzione pratica con la FIBA e con ULEB, un calendario più bilanciato tra Euroleague e campionati nazionali, è molto stancante per i giocatori dover giocare giovedì sera in un posto e dover viaggiare per giocare in campionato la domenica per poi, magari, tornare in trasferta il giorno successivo. Dobbiamo trovare una soluzione per questo, non è facile ma abbiamo delle idee nel cassetto in merito, anche se prima di rapportarci con la FIBA dobbiamo restringere il numero delle proposte. Penso che a marzo saremmo pronti e vedremo quale sarà la loro reazione.”

 

“Se introduceste l’All Star Game potreste portare tutti i giocatori migliori contemporaneamente in un unico parquet, creando un’opportunità per sostituire le Final4 con la continuazione delle serie di Playoff, ma in un’intervista recente ho sentito che non sei un fan dell’abolizione delle final4.”

“Mi piace il prodotto delle Final4, penso sia interessante e amo il formato del basket universitario americano, dove i match secchi permettono anche alle meno attrezzate di inoltrarsi nel torneo. Rende tutto molto più appetibile, l’unica partita è “tutto”, è qualcosa di divertente. Non voglio abbandonare le final4, penso che vengano gradite anche se so che qualcuno vorrebbe un cambiamento. Il problema è il calendario, non ci sono date sufficienti. I campionati nazionali prevedono tre serie a partire dai quarti, per questo è complicato trovare lo spazio necessario. Le final4 sono un modo compatto per determinare il campione di anno in anno e mi piace l’emozione che creano. L’All Star Game non può rimpiazzarle, sarà un’aggiunta.”

 

“Ci potrebbe dare un’anticipazione per visualizzare come sarà l’Eurolega nel 2026? Credo sia l’anno in cui scade il contratto di broadcasting, tre anni sono abbastanza per produrre qualche cambiamento?”

Mi piacerebbe avere molti partner realmente interessati ad aiutarci a crescere a livello globale. Non sto parlando solo di pubblicità, ma di una relazione più forte che ci permetta di essere più presenti in tutte le nazioni. Gradirei vedere dei contenuti digitali più profondi e interessanti, punto ad arrivare ad una competizione a 24 squadre dalla quale cogliere l’opportunità di avere club a Londra, Parigi, Monaco, Belgrado, Bologna e Valencia. Spero che potremo riaccogliere i “nostri amici di Mosca”, il CSKA è sempre stato un club importante e prego perché la situazione si risolva. Mi piacerebbe avere rapporti collaborativi con la FIBA per lavorare insieme e rendere il basket ancora più popolare. È una questione di massima priorità per noi e faremo in modo che tutti gli appassionati di pallacanestro del mondo si interessino all’Eurolega, non contro l’Nba ma come parte della stessa famiglia, per permettere a tutti di godersi campioni come Luka Doncić anche ad inizio carriera. Ad un certo punto, proveremo a portare allo stesso livello anche l’Eurolega femminile, so che ci sta volendo molto ma credo molto nella WNba e David Stern (ex commissioner), insistendo contro l’opinione generale, ha ideato una competizione di livello.

Testo raccolto da Federico Spessotto. Il video integrale dell'intervista.

https://youtu.be/i4Mn1kvVKq8

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