Non fosse stato per risultati di dirette concorrenti che non hanno dato tanta gioia, sarebbe stata una domenica perfetta, per la Fortitudo che vince la sua prima esterna a Napoli facendo sperare che Sassari sia stato solo un episodio sbilenco. Però la Effe deve guardare in casa sua, doveva vincere per evitare di restare davvero impigliata negli abissi e lo fa: sia lodato Durham che si prende fin da subito le chiavi della partita e non le consegna mai, e il resto di chi c’è a cercare di non abbassare mai la guardia. Poteva andare male, è andata bene, alla prossima.

Si parte e non è nemmeno male, la Fortitudo che pur sprecando tanto in contropiede trova Durham ispirato e 10-6 iniziale. Il problema è che Groselle si muove come se avesse (andatevi a sentire il finale di “Servi della gleba” di Elio), e che Parks in ala piccola non ha avversari. Allora serve cercare di ribaltar cambi, e si tiene botta con anticipi malgrado sfortuna per appoggi che vengono centrifugati dal ferro. Arriva anche la tripla allo scadere di un non marcato Uglietti, e il 20-19 di vantaggio Bologna al 10’ è anche poco per quanto visto, almeno come buona volontà.

Sfortunata nei gollonzi e inesistente a rimbalzo, la Fortitudo trova comunque qualche punto di vantaggio lavorando sulle palle vaganti a bassa quota, dato che quelle alte sono oggetti non identificati. Rimangono agghiaccianti sprechi in contropiede e troppi passaggi sbilenchi, ma finchè Napoli sbaglia sempre (anche con tripli e quadrupli possessi) e qualcosa si segna, ecco che con un Durham motorizzato si tocca il +9 e lo si porta fino al 20’, che arriva sul 43-34 malgrado il doppiaggio (12-23, ma era andata anche peggio) a rimbalzo.

Lasciando che Napoli si autodistrugga in attacco e aumentando l’attenzione quando è il momento di produrre, la Fortitudo prova a scappare davvero via quando alla partita si iscrive anche un altrimenti latitante Aradori, e 7 punti in un amen del 4 portano Bologna sul 55-36. La navigazione pare tranquilla, ma è poi una squadra, quella di Martino, che tante garanzie non le può dare, specie se ai primi cambi l’attenzione cala e arriva un 11-0 di parziale interno che riapre. Procida ci prova con un tapin, ancora 63-53 al 30’.

Parks è eccitato come un giovine alla prima Moana, e per non concedere del tutto l’inerzia a Napoli serve un gol impiccato di Procida e un vellutato di Aradori, e un recupero a metà campo con tripla di Durham riallunga lo spazio tra le due squadre fino al +16. Napoli ha tantissimo da Parks e quasi nulla dagli altri, ma attorno a lui i compagni provano a crederci. Serve non perdere la testa quando si sveglia anche Pargo, ma Parks rimane del tutto immarcabile quando, entrando nell’ultimo minuto di gioco, arriva il suo punto numero 22 nel quarto e il -3 interno. Napoli ha boccia del pareggio, Pargo forza a 14” senza trovar fortune, Aradori mette due liberi, poi altri due, e va bene così lo stesso.

(Foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro 103)

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