Alessandro Gentile, che domenica a Sassari tornerà dopo le due giornate di squalifica, è stato intervistato dal Resto del Carlino.
Ecco un estratto delle sue parole.

Sono state due settimane lunghe, anzi lunghissime. Non è facile allenarti con intensità per tutta la settimana e poi sapere che domenica sarà in tribuna. Fortunatamente tutto questo ormai fa parte del passato e adesso posso finalmente tornare a giocare.
Come mi inserirò nel gruppo? Io non devo inserirmi perchè ci sono dall'inizio dell'anno e a parte le ultime due partite ho dato il mio contributo nella striscia positiva che ci ha visto vincere 7 delle ultime 8 gare. So benissimo che in giro c'è chi dice "Ecco vediamo se adesso Alessandro Gentile riuscirà a rovinare tutto", è un ritornello che sento da un pezzo e ci ho fatto l'abitudine. Io faccio parte di questa squadra e il compito di ogni giocatore è quello di provare a vincere tutte le partite dando il massimo. Questo vale per me come vale per tutti.
Sento un'etichetta addosso? Credo che sulla fronte tutti abbiamo un'etichetta affibbiata da altri, il problema vero è che quando te l'hanno appiccicata poi è quasi impossibile togliersela, anche se in mille modi dimostri che è sbagliata. Io ho imparato a isolarmi: questo non significa ignorare le critiche, ma dare loro il giusto peso e soprattutto non consentire che entrino nella tua vita privata.
Ripensato alla rissa? Certo. So di aver sbagliato ed è giusto che abbia pagato. Ho, però, ricevuto tanti messaggi di solidarietà e di sostegno e tra questi i primi sono stati quelli dei tifosi della Virtus. Se dovesse ricapitare lo rifarei pur sapendo di sbagliare, credo che il vero problema non sia la mia reazione ma quello che l'ha scatenata: vale a dire un tuo compagno che riceve un pugno.


(foto Giulia Pesino)

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