L’ex giocatore della Fortitudo Gene Banks (1988-89) è stato intervistato da Domenico Bonacorsi su Bolaround.
Ecco un estratto delle sue parole.

Sulla scelta dell’Italia e di Bologna dopo i problemi con i Bulls. Il problema con i Bulls venne dopo l’infortunio: loro mi voltarono le spalle (Jerry Krause-GM). Tutti a Chicago mi hanno amato. I miei compagni di squadra (Michael Jordan-Charles Oakley) ed io eravamo grandi amici, ma Michael non si è mai esposto su questa faccenda perché non voleva essere coinvolto. Tutto ciò mi ha profondamente rattristato. Oakley e altri giocatori erano al mio fianco.
L’Italia fondamentalmente mi ha scelto, per così dire. Il mio agente (Herb Rudoy) ha messo insieme un pacchetto per Artis Gilmore e me per giocare in Italia e quindi sono venuto a Bologna.


Sul rapporto con la città. Mi sono innamorato di Bologna appena sono atterrato. Ho portato anche la mia famiglia con me, è stato un buon punto di ripartenza. Adoro i giocatori, Bucci e in particolare Giacomo Zatti e Giancarlo Giarletti che mi hanno mostrato e messo a mio agio con la città. La città, con la sua ricca storia e gli edifici storici, è stata una bella esperienza. Le persone, specialmente i fan … erano fantastici! Ho amato giocare davanti a loro e la mia più grande fan è stata Maria Zatti (la sorella di Giacomo) a cui voglio un gran bene. Ho avuto anche un ottimo rapporto con il GM Mr. Sarti, anche perché lui era un grande giocatore ai suoi tempi e conosceva bene il gioco.

Una carriera in Fortitudo durata solo 15 partite. Ci fu pressione dopo aver perso il derby contro Knorr, con un Michael Ray Richardson dominante (33). Artis non stava dominando come si aspettavano. Essendo 220cm e un All-Star NBA, ha avuto alcuni problemi di adattamento e in un certo momento la società ha pensato di cambiarlo, poi ha cambiato decisione e hanno deciso di tagliare me. Sembrava che dovessero per forza rilasciare un giocatore americano e io sfortunatamente fui quello perché’ non volevo andarmene via. La mia passione per la Fortitudo era forte e non volevo andarmene o diventare il capro espiatorio, ma non ero all’altezza delle aspettative. Credo sia stata una decisione commerciale, e infine l’ho accettata.
Il mio più grande ricordo era giocare per il pubblico biancoblu e la grande carica che la Fossa ci dava prima della partita e soprattutto durante. Loro adoravano la squadra e io li amavo! Un altro piacevolissimo ricordo erano le cene e le risate con i Zatti.


Sul derby, paragonato a quello tra Duke e North Carolina. Si la rivalità e il calore della gente erano molto simili ma niente è come Duke-North Carolina. Comunque era la partita che aveva più affinità con il derby tra i due college americani. Ho adorato la sfida e avrei voluto giocare la partita di ritorno contro di loro ma ero già andato via. I tifosi erano pazzeschi, quel clima... era tutto bellissimo!

Sul seguire ancora la Fortitudo. Dopo l’esperienza europea ho continuato a seguire la Fortitudo. Mi sono tenuto in contatto con i miei ex compagni di squadra e ho seguito come stava andando la squadra. Sono diventato un grande fan e ho ancora la mia sciarpa biancoblu nella mia sala trofei. Il mio cuore ha ancora un profondo amore per la squadra e la città. La pallacanestro italiana è salita a grandi livelli e ho sviluppato un grande rispetto per i giocatori italiani che ho affrontato.

Il Gene Banks di oggi. Ho avuto una carriera straordinaria sia dentro che fuori dal campo. Ho avuto l’opportunità di essere assistant coach in NBA con i Washington Wizards, aiutando nella scoperta di John Wall e sviluppando giocatori come Javale McGee, Nick “Swaggy P” Young, Trevor Booker e Andre Blatche. Mi piacerebbe riprovarci di nuovo.
Ho una fondazione che aiuta i giovani americani svantaggiati nelle comunità americane fornendo un’educazione non solo sportiva ma per diventare corretti cittadini. Ho lavorato con la Duke Business School (Fuqua) tenendo conferenze e corsi di formazione nel mondo degli affari e dell’atletica, mostrando e insegnando le filosofie di uno dei più grandi allenatori del gioco (Coach K) a cui ho giocato per Duke. Il suo primo anno a Duke è stato il mio ultimo anno all’università. Attualmente sto allenando i migliori centri in Cina ogni primavera / estate. Alleno e cresco giovani talenti per far sì che diventino ottimi cestisti. Sono stato in lista per allenare nella WNBA e sono stato contattato per allenare in Europa e in Asia.
Dalla morte di mia moglie mi sono concentrato sul fare tutte queste cose oltre ad essere il padre che dovevo essere, ho dei figli fantastici.
Sarei onorato di tornare in Italia come coach e lavorare per la pallacanestro italiana. Se si presentasse l’occasione non esiterei a prenderla in considerazione.
Non vedo l’ora di tornare in Italia per visitare i miei amici, in particolare i Sarti, Maria Zatti, i miei ex compagni di squadra, i tifosi Fortitudo e la bellissima citta di Bologna. FORZA FORTITUDO !!! VI VOGLIO BENE…E SEMPRE LO FARO’

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BIGNAMI CASTELMAGGIORE - UPEA CAPO D'ORLANDO 93-91