L’ex Fortitudo Giacomo Galanda è stato sentito da Damiano Montanari per Stadio. Un estratto dell’intervista.

“Cosa serve a questa squadra? E’ vero che in A2 si gioca più leggeri e che ci sono meno lunghi dominanti, ma questa per me è una sconfitta del nostro movimento. Non utilizzare lunghi veri significa che non ne produciamo o che ne produciamo molto pochi, con conseguenze anche sul modo di giocare. Schierare sempre quintetti piccoli vuol dire affidarsi costantemente all'individualismo e al gioco veloce. Non può essere l'unica soluzione. Mi sembra che la Fortitudo sia ben coperta nelle ali forti: Mancinelli e Benevelli hanno qualità ed esperienza. Se fossi in loro, cercherei un pivot vero.
Roster troppo vecchio? Giocando una volta alla settimana non c’è problema. Molto dipenderà dalla qualità: se la squadra riuscira ad imporla sulla velocità delle avversarie non ci saranno difficoltà. Anche per questo sarebbe meglio pensare ad un centro vero, molto più utile ad una squadra non fresca e senza tanti giovani.
Venuto e Fantinelli? Una buona coppia, che ha voglia di fare. Va ricordato però che se una squadra gioca in modo che il playmaking non sia centrale, poi non può dare la colpa ai propri registi.Nella scorsa stagione la Fortitudo aveva ambizioni di vincere, ma c'erano squadre più forti, come Trieste, e altre che hanno dimostrato di giocare meglio, come Casale Monferrato. Alla Fortitudo è mancata la continuità.
Hasbrouck? E' solido e conosce il campionato. Ha aggiunto esperienza ad un gruppo già esperto, forse si sarebbe potuto osare di più puntando su qualcuno un po' più giovane.”

2 APRILE, IL GIORNO DELLA FORTITUDO VITTORIOSA A REGGIO EMILIA E DI TEO ALIBEGOVIC
BIGNAMI CASTELMAGGIORE - UPEA CAPO D'ORLANDO 93-91