Gabriele Fin, primo capitano della F ricostituita, è stato sentito da Damiano Montanari per Stadio. Un estratto dell'intervista.

"Sono sempre stato tifoso della Fortitudo. Ci ero arrivato a sedici anni, dopo un'esperienza nelle giovanili della Pontevecchio. Il basket non era stato il mio primo amore. Mio padre Alessandro, classe 1958, aveva avuto un passato come calciatore nelle giovanili del Bologna: smise presto per andare a lavorare, a casa c'era bisogno di soldi. Per seguire le sue orme cominciai tirando calci a un pallone. La svolta arrivò dopo qualche anno. Papà è sempre stato tifoso della Effe, da bambino mi portava sempre alle partite al PalaDozza. Ero molto alto per la mia età e un giorno mi disse: "Perché non provi a giocare a basket?" Lì è cambiato tutto.
Il 2013? Ricevo una chiamata, "Ciao Gabriele, sono Dante Anconetani, il presidente della Fortitudo. Stiamo ricostruendo la Fortitudo. Vorremmo che quest'anno giocassi con noi", e io ho solo risposto "ci sto". Dopo avere accettato la proposta di Anconetani, non avrei mai pensato di indossare la fascia. Lo decise coach Toto Tinti in ritiro: per lui ero il collante ideale tra la Fortitudo del passato e quella del presente. Ero il giocatore più fortitudino.
Per strada la gente mi fermava: Bologna è una città che vive di pallacanestro. Ricordo ancora che, prima di una gara importante, due tifosi della Fossa dei Leoni miei vicini di casa mi fecero trovare sul cruscotto della macchina un biglietto semplice ma effcace: "Siamo con voi".
Nonostante non soddisfacemmo le aspettative dei tifosi, credo comunque di aver lasciato un bel ricordo Alcuni ancora mi ringraziano dicendomi che, se oggi la Fortitudo è tornata in Serie A, un po' è anche merito mio. Sono troppo buoni, sono speciali"


(foto tratta da wallnews24.it)

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