Nella peraltro quasi regolare sinusoide di una stagione dove (Pesaro a parte) si vince in casa e si perde fuori, il commentar settimana dopo vittoria è un elenco di rose e fiori, di tutti felici e contenti e via discorrendo, a differenza del post sconfitta dove non è chiaro come sia possibile che questa squadra non sia già finita in A2 senza passare dal via. La bellezza dei processi social, e inutili, sine die, saranno le richieste di equilibrio nel giudizio da parte del coach: poco da fare, Il mondo va così, cantava Battiato una cinquantina di anni fa

Cosa dite, è lo stesso incipit della settimana scorsa? Esatto, ma nulla è cambiato: stavolta siamo ad un post sconfitta, e quindi tutto è sbagliato e da rifare. Ok, andare a Treviso semisgonfi non è stata, anche considerando rivalità eccetera, l'idea diplomaticamente più azzeccata, ma ormai è chiaro che questa Fortitudo in casa è una cosa e fuori è un'altra, benchè le cifre scorporate non riescano a trovare un vero e proprio crollo in qualche cosa di specifico. Forse, quasi solo inerzia, tutto qua. Poi si potrà disquisire su colpevoli (ok che Stipcevic non sta rendendo come da sua carriera, ma additarlo come unico reo pare esagerato) o sul non essere iperattivi sul mercato, ma per ora questa tabella di marcia ha portato alla Coppa Italia e ad una posizione ancora al sole per eventuali playoff. Chiaro che dispiace vedere disfare in trasferta la trama costruita in casa, ma ormai, dopo mesi e mesi, ci si rassegni. D'altra parte tutti i discorsi sono giusti: bene, a inizio stagione si sarebbe firmato per essere qui adesso. Male, basterebbe poco per andare ancora meglio. Ma forse, più che i risultati, quel che il modo offende è una certa indolenza, fuori casa. Vedremo.

Roma, quindi. Inizio di campionato discreto, poi un tracollo di sette sconfitte consecutive che ha portato la Virtus capitolina dal centro classifica con vista playoff ad una posizione di, come si suol dire, pericolante. Un mischione di trentelli, ma anche di bruciature all'ultima curva, ma intanto l'ultimo gol risale al 15 dicembre, quando vinsero in quel di Brescia. Quindi clima un po' cambiato rispetto alla gara di andata, quando in loco la Fortitudo perse 65-79. I Bucchi's non segnano tanto, ne beccano qualcuno di troppo, e devono gestire gli alti e bassi di un Dyson a rischio (comunque 13 di media ma con percentuali pessime) attorno alle buone cifre di Jefferson (15+8) e il 44% da 3 di Buford. Attenzione poi ad uno dei tanti figli del Salvatore, Amar Alibegovic (9+7), al ritorno di Giovanni Pini (5+3) e alla curiosità di vedere Tommaso Baldasso, esterno di 22 anni che gioca con il numero 13 in onore di Gary Schull a causa di una fortitudinite adolescenziale.

(foto Legabasket - Ciamillo - Castoria)

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