Ad un certo punto del primo quarto, l’impressione era che tutti, all’interno del Paladozza, si stessero chiedendo se ci fosse stato un problema, come entrare in un multisala accorgendosi che il film non era quello scelto. O che ci fosse bisogno di andare a chiedere aiuto alla squadra dello scorso anno. Brutta dietro, confusa avanti, quasi a giocare il quinto quarto della gara di domenica scorsa con Verona. Poi le cose sono cambiate, iniziando a difendere se non altro sulla palla – sugli uomini ci si è messo più tempo e a trovare maggiore chiarezza offensiva. Scoprendo che il vento va domato, senza ballarci dentro come l’aquilone Browniano sperando solo nella fortuna di non cozzare contro un albero cannibale. Alla fine la vittoria è arrivata, sporca ma utilissima, e chissà se non sia questo il primo step per capire quale sia la via di mezzo tra l’ottimo a cui ci si era abituati e le sofferenze di domenica scorsa.

Tante cose ancora da definire in difesa, perché un altro ottantello casalingo non è che sia la cosa più bella da vedere, ma – come dice Boniciolli – in campo ci sono anche gli avversari, e per un bel po’ Ravenna è stata ottima e degna rivale. Certo, per il sistema boniciolliano averne due in meno non è che sia grande gioia, e questo può aver provocato patemi e difficoltà sparse. E allora la si è dovuta vincere in attacco, tirando con il 52% e affinando le scelte giuste quando c’era da scegliere su quale barca affrontare le procelle. Crescendo, piano piano, fino ad un rush finale reso più soffice e delicato dai recuperi (4 Mancinelli, 4 Montano) e dalla rinnovata fiducia. O consapevolezza, termine usato spesso e volentieri in questa ultima settimana. Ora si riparte, per la trasferta di domenica prossima a Treviso: di certo, la domenica è finita molto meglio di quanto non fosse iniziata.

Shine on you crazy diamond - Che Mancinelli se la faccia cantare in casa, lasciando da parte i vocalizzi pseudo-Mina. O Montano, bravo a capire quando sbucare dalle siepi per rubar palloni (“il calciatore folle”, per gli amanti dello Snoopy di tanti anni fa). E Candi e Campogrande, bravi a crescere.

Another brick in the wall - C’è chi va e chi non va. E magari si potrebbe chiedere maggiore intensità difensiva a Knox, tanto bravo davanti a farsi trovare pronto quanto poi capace, dietro, di calciare il famoso latte munto.

(Photo by Fabio Pozzati / Iguana Press / Fortitudo Pallacanestro Bologna)

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