La seconda sconfitta consecutiva, e la previsione di un calendario ostico che non rende facile l'immediata riscossa, ha fatto nascere in casa Fortitudo qualche timore e piccoli dubbi, specie sul rendimento di qualche giocatore. Daniel, in primis, che nelle ultime 4 gare ha espresso un poco lusinghiero 3+3 di media, ma in generale tutto il reparto stranieri è stato vivisezionato, statisticamente parlando. Vero a metà, perchè ad esempio Leunen (5.3 di media) non è mai stato in A uomo da doppia cifra, anzi. E se non altro sta ripagando con 7 rimbalzi di media, top di carriera o quasi. Mentre invece Stipcevic, quello sì, sta partorendo le peggiori cifre italiane, da qualunque parte le si guardino. Ma il problema non pare quello dei numeri di questo o quello, quanto l'impatto difensivo, specie in trasferta: la Fortitudo, infatti, pare essere una squadra diversa a giocare in casa o lontano da casa. Anche solo per il fatto che eventuali defaillances di concentrazione al Paladozza possono essere (spesso ma non sempre) aggiustate. Altrimenti no. Basta, questo, per il centro classifica senza infamia e senza lode? Forse, chissà. Ma è normale che dopo le vittorie si guardi il bicchiere mezzo pieno e dopo le sconfitte quello mezzo vuoto.

Milano, quindi. Ricordando quando un tempo le due tifoserie erano gemellate, e nemmeno lo strappo di Dino Meneghin ("Dino vergogna non meriti Bologna", gli cantavano. Ma con tutta la famiglia i rapporti non sarebbero stati dei migliori), che aveva firmato per la F rimangiandosi poi il tutto, portò alla rottura. Milano fu la quinta vittoria di fila nel 1986-87, quando Sassoli pareva poter portare in alto (in altissimo, avrebbe detto il Civ) la Fortitudo. Poi la fine del gemellaggio, che fu - presa alla lunga - una delle tante conseguenze della caduta del muro di Berlino: detta così pare delirio dello scrivente, ma un collegamento c'è eccome. Andate a vedere dove si giocò Fortitudo-Milano nella primavera del 1990, e per quale motivo. Poi tante altre partite, tra il 1993 e il 2009, con Milano che a volte era forte e in altri casi talmente farlocca che sul +30 la Fossa urlava ai propri giocatori "fate segnare Brokkakis che ce l'ho al fantabasket". E poi, con la Fortitudo a collassare fino all'ultimo incontro, nell'aprile 2009, perdendo 66-69 malgrado i 27 di Mancinelli: l'inguardabilità di Strawberry e Gordon era troppa roba, per superare gli ostacoli.

L'attuale Milano la conosciamo tutti, e ha tanti di quei giocatori da poter ruotare a proprio piacimento una quindicina di elementi: basti pensare che in campionato l'uomo con più minuti giocati è Moraschini, che invece in Eurolega è solo decimo come tempo passato in campo. E allora diventa anche complicato capire chi e come ruoterà il suo patrimonio Ettore Messina, che d'altra parte visti i ritmi folli del basket attuale è normale che ne debba avere trecento al suo cospetto. Comunque, in campionato i Messiniani qualcosa lo hanno concesso, facendo 2-3 (e doppio ko casalingo) prima di infilarne tre, rendendo continua la propria difesa, soprattutto. In attesa di capire i turnover e gli acciacchi (problemi per Gudaitis e Della Valle) come incideranno sul roster, ecco quindi i 14.4 di media di Rodriguez, con anche 5 assist, il 74% al tiro di Tarczewski, il 44% da 3 di Roll eccetera. Ma difficile trovare leader statistici, in una squadra dove nessuno tocca i 25’ di media giocati. Sono tanti, tantissimi.

(foto Giulio Ciamillo)

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