Alcune dichiarazioni dei protagonisti della prossima stagione Fortitudo, che hanno incontrato la stampa in Furla prima del saluto ai tifosi.

Fantinelli - La A2 è un campionato che conosco bene, iniziamo a prepararci al meglio per affrontare la prossima stagione.
Un sentimento di rinascita? Parlo per me, è qualcosa che sento, sono qui da tanti anni. Ho passato tanti momenti, tante figure e tanti visi in società. Quest'anno si respira un'aria diversa, un'aria fresca. Sono contento di far parte di questa Fortitudo.
Non ci sono americani tra gli esterni? Ne dovete parlare col coach, io mi limito a fare quello che lui mi dice. Abbiamo due ragazzi americani nel quattro e nel cinque, credo porteranno atletismo e freschezza, poi bisogna vedere come il coach ci disporrà. I ragazzi italiani li conosco tutti, per me non c'è nulla di nuovo. Siamo qui da pochi giorni, dobbiamo trovare l'alchimia migliore. Siamo contenti, carichi e con voglia di lavorare.


Aradori - Abbiamo voglia di giocare e fare una bella stagione. Io e il Fante siamo qua da vari anni, abbiamo più "responsabilità" rispetto agli altri, ma alla fine dobbiamo andare in campo, giocare a pallacanestro nella maniera giusta e vincere le partite. Caja si aspetta tanto da me? Lo ringrazio per le sue parole, voglio essere all'altezza delle aspettative. Farò del mio meglio e lavorerò per fare del mio meglio.
Ritrovo Caja 15 anni dopo? Il tempo vola, io avevo 18 anni. Lui arrivò dopo un mese di stagione al posto di Markovski. E' bello ritrovarlo, da avversari ci siamo incontrati tante volte la nostra stima reciproca è cresciuta.
Società e coach vogliono tornare in serie A? Anche i giocatori, vediamo poi il campo, vedremo se ci sarà la possibilità.
La A2 ha alzato il livello? Ad agosto è presto per dirlo, di sicuro ci sono squadre che vogliono salire, ma aspetterei di vedere le partite.

Luigi Sergio - Non si poteva dire di no alla Fortitudo. Inoltre dopo un anno di stop per infortunio sono davvero grato a società e coach per avermi dato questa opportunità. Le idee del coach sono chiarissime, ce le sta spiegando in questi primi giorni di lavoro, l'importante sarà essere coesi e interpretarle bene. Qui si sente tanto il calore del pubblico, ci darà tanto. La salute? Sto bene, ho fatto tutte le visite del caso prima di firmare, ora mi alleno regolarmente con la squadra, magari con un po' di attenzione in più. Ma sono pronto.

Alessandro Morgillo - La piazza di Bologna è iconica nel basket, ho risposto con entusiasmo. Siamo a nostro agio, ci stiamo divertendo lavorando sodo. Caja? Non l'avevo mai avuto, lo conoscevo solo di fama. Ma è molto tosto, come è giusto che sia, vuole che siamo aggressivi. Mi ha chiesto molta aggressività, energia e precisione nelle piccole cose come blocchi e rimbalzi. Io cercherò di migliorare nell'aggressività, che è un mio piccolo punto debole. E' l'anno perfetto per poter migliorare.

Deshawn Freeman - Ci sono tante aspettative importanti, lo sappiamo, ma siamo qui con un gruppo coeso e compatto e sapremo rispondere al meglio. Il mondo Fortitudo? Non conoscevo tantissimo della storia del club essendo la mia prima volta in Italia, ma mi sono informato sui social media e ho capito quale sia il calore della tifoseria. Ma spero di conoscerle giorno dopo giorno. Da sempre mi chiedono se non sia un 5 con pochi centimetri, ma sono abituato a farlo fin dai tempi del college.

Mark Ogden - So che ci sono aspettative su di me, le ho colte con rispetto e spero di poter fare quello che mi viene chiesto, anche se non sono un leader naturale. Bologna è un posto con una sua storia, ho amici che hanno giocato qua come Stephens e Groselle, qualcosa lo conosco e di altre cose mi sto rendendo conto. Ho ricevuto tanti messaggi di benvenuto, questa è la via migliore per ripartire. Che tipo di giocatore sono? Posso dare energia in ogni partita, cercare di avere sempre il migliore impatto, cose più importanti di quanto non sia la posizione sul campo.

Riccardo Bolpin - Sono affiancato da due grandi giocatori come Fantinelli e Aradori, oltre al resto dei compagni, quindi non avrò problemi a sentirmi a mio agio accanto a loro. Poi sarà compito del coach dirmi cosa fare e compito mio fare bene, indipendentemente dal ruolo. Per dire sì alla Fortitudo ci ho messo poco, è un club importante e costruita con un allenatore con tante ambizioni. Io voglio crescere il più possibile, ambizione che va di pari passo con i risultati di squadra. Perchè ho accettato? Mi piace il ruolo che mi è stato proposto, perchè Bologna e la Fortitudo non sono posti come gli altri, e la fiducia del coach. Queste le tre ragioni.

Celis Taflaj - Sono grato dell'opportunità, molto felice come chiunque venga chiamato dalla Fortitudo. Io ho iniziato a giocare in Montenegro a 13 anni grazie alla fiducia del mio coach dell'epoca, quindi mi sento quasi un veterano. Con Caja abbiamo già iniziato, è un coach esigente, c'è tanto da imparare. Il rischio di turnover con Sergio? Lo conoscevo già da avversario, è un bravissimo ragazzo, io spero di crescere ogni giorno in palestra dando sempre il meglio di me stesso.

Nicola Giordano - Dopo la stagione con Ravenna, abbastanza disastrosa con la retrocessione, vengo per riscattarmi e imparare da un giocatore di esperienza come Fantinelli. Porterò energia difensiva dalla panchina, poi cercherò di crescere nel playmaking e in tutto quello che mi verrà chiesto. Non so quanto margine di errore mi darà Caja, credo che sarà paziente su alcuni dettagli del gioco. So che ci saranno richieste e ambizioni importanti, senza tante possibilità di sbagliare.

Alberto Conti - La chiamata della Fortitudo è grande motivo di orgoglio, soprattutto essendo di Bologna. E spero di aiutare dando il massimo possibile. Derby familiare? Lo vivo normalmente, mio padre ha giocato in Virtus, io ho fatto le giovanili, ma ora sono qua. Cercherò di dare entusiasmo, voglia di fare, carica ed energia per cercare di vincere le partite. Salto di qualità? Ho già giocato in questa categoria, spero di essere all'apice della carriera e non penso che ci saranno problemi. Minutaggi? Ci sarà tanta intensità, io spero di poter dare sempre il massimo.

Alessandro Panni - Motivo di orgoglio essere scelto per restare in questa squadra, ed essere scelto da questo coach. Sono pronto a dare punti, come mi verrà chiesto, e le parole di Caja mi hanno fatto piacere: mi viene detto di essere aggressivo e di difendere forte, come da marchio di fabbrica dell'allenatore. Vogliamo fare un campionato migliore dell'anno scorso, almeno come regular season, poi nei playoff vince chi ci arriva meglio. Ma intanto cerchiamo di arrivarci nella miglior posizione possibile.


Il video integrale, grazie a Sportpress.

https://youtu.be/H283c-3kvPg

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