Dubitando che Boniciolli possa essersi fatto intenerire dall’essere a casa propria e dall’aver visto alla fine in campo anche suo figlio, forse se proprio si fosse dovuto a inizio stagione battezzare una imbarcata, chissà, alla fine meglio per lui sia avvenuta nel borgo natio che non altrove. Magra consolazione per chi ha visto la Fortitudo di fatto nemmeno entrare in partita, arrotata da una Trieste con più frecce al proprio arco, e naufragata nelle basse percentuali e nelle tante palle perse. Stritolata a metà campo, alla fine tutto è stato più difficile, perché segnando poco si è anche prestato il fianco all’altrui (previsto) contropiede, che ha fatto la differenza in una gara dove, forse, a difesa schierata c’è stato maggiore equilibrio. Lenta e impacciata, tra malesseri di regia e difficoltà a trovare un 4 affidabile nella gioia e nel dolore, Bologna ha preso la frustata a metà secondo quarto, restando poi in seguito sempre a inseguire, fin troppo, senza mai dare l’impressione di poter rientrare. Nemmeno sforzandosi ad immaginarlo.

Arrivare a quota 60 solo ringraziando il garbage time, dopo aver fatto 8 nel terzo quarto, è prova di una squadra che poco ha saputo trovare oltre al solito Radic. Ma ci sarebbe stato da dargli palla ad ogni azione, poveretto, perché attorno si sono visti solo errori e fretta. Male Flowers, alla prima stecca in stagione, e tutto il resto è andato in malora seguendo, se non altro, la logica del si affonda tutti insieme. Ci può stare, nel corso di una stagione dove tanti devono crescere, ma forse sarebbe il caso di capire il perché non tanto della sconfitta, quanto piuttosto del non aver provato, come in altre situazioni, a cercare la reazione. Altre volte era successo (anche nelle gare poi perse), stavolta no. Chissà.

Ora, sarà decisivo recuperare un Montano che, al netto del capire cosa potrà dare a questo livello, sembra essere l’unico esterno capace di uscire dai giochi e rompere eventuali dighe difensive avversarie: fondamentale, per una squadra che non ha saputo bene che pesci pigliare davanti alle problematiche proposte da Trieste. E poi, soprattutto, capire cosa saprà dare Daniel: di certo, le cifre di Radic (19+9) saranno lì a guardarlo in caso di difficoltà, ma non dimentichiamo che il giocatore scelto in estate era lui. In bocca al lupo.

Infine, le questioni societarie, discreto e non richiesto contorno di questo weekend. Lungi dal voler dare patenti morali a questo o quel soggetto, è alquanto anomalo che tra i soci si dicano cose opposte l’una dall’altra, e che i protagonisti principali (se vogliamo sintetizzare, Muratori e Cuomo) dichiarino robe agli antipodi. La gente vorrebbe chiarezza, prima di tutto, e dividere il mondo in fazioni pro e anti proprietà, soprattutto sul cartaceo, non è il massimo. Ma, a quanto pare, chiedere tranquillità in Fortitudo è di fatto impossibile, da sempre.

Ancora un altro entusiasmo ti farà pulsare il cuore - Poco da segnalare. Se non altro, salutare Radic che ha dato, fino all’ultimo tutto quello che aveva dentro. A Trieste, lo straniero con la valigia in mano non sembrava di certo lui.

Ne abbiamo avute di occasione perdendole - Tutto il resto della balotta: registi che non dirigono, tiratori che non si fanno trovare, finti lunghi più finti che lunghi. Giornataccia, amen.

STRISCIONE "BASTA SCUSE" PER I FOREVER BOYS
PESARO - FORTITUDO SUPERCOPPA 2001, PAGELLE E STATISTICHE