Sei brava, Treviso. Sei forte, e ora che hai Logan sembri molto quadrata. Ora, almeno, facci la grazia e vai a fermare Montegranaro. L’idea, ad uscire dalla tre giorni marchigiana della Coppa Italia, è quella di una Fortitudo che soffre la stanchezza, soffre in difesa quando perde il filo del discorso, e che con Delfino al posto di Cinciarini – in attesa del recupero fisico del 5 – ha ben altra struttura, che deve essere studiata e perfezionata. Per ora, l’ex NBA pare il classico pesce fuor d’acqua, ma soprattutto il problema è il cambio di una abitudine canonica, ovvero l’uscita dalla panchina di un giocatore che, in attacco, può risolvere tante pesche. Quelle che Delfino, oggi, non sa dipanare e forse non è nemmeno il suo ruolo: di certo non si possono chiedere i punti decisivi a Venuto, elevato a giocatore da ultime azioni vista la nuova struttura. E, allora, con un maggiore Mancinelli e un nuovo Delfino, non è la stessa Fortitudo di qualche settimana fa.

Quella attuale era andata alle finali con lo spirito del vedere di cosa si trattava ben conscia che l’obiettivo è Ravenna, e che forse la cosa più importante era uscire senza che lo staff medico avesse nuovi compiti da svolgere. E, in questo, la missione è stata portata a termine. Poi c’è l’amaro in bocca dell’annusare un trofeo e non averlo mai in mano (ieri Bologna, a parte i primi minuti, è sempre stata dietro), ma chi se lo ricorderà, se mai nelle prossime sette partite di campionato le cose andranno come devono andare?

Vedremo. Di certo, la Effe attuale è più in affanno di quella di novembre, quando si vinceva anche con squadra rimaneggiata e quando, ad esempio, Treviso non entrava nemmeno in partita. In attacco si devono chiedere inattesi straordinari ad Hasbrouck (che, dopo il losing effort a 29 contro Montegranaro, svela come il suo alzarsi di responsabilità sia, in realtà, figlio di compagni opachi), in difesa è un attimo prendere 30 punti in un quarto. E, come detto, Delfino porta caratteristiche diverse da Cinciarini, di cui oggi è, di fatto, il sostituto. Martino ha una settimana di tempo per ricaricare i suoi, per focalizzare Ravenna, per spiegare che stavolta la volpe può davvero sdegnare l’uva se alla fine ci sarà la torta in tavola, e per dare alla Fortitudo una nuova dimensione. Soprattutto, spegnendo subito eventuali crisi di identità: quelle, davvero, sarebbero un problema.

(foto Fortitudo Pallacanestro 103 - Valentino Orsini)


1400 ISCRITTI PER IL CANALE TELEGRAM DI BOLOGNABASKET
LO SFOGO DI MATTEO BONICIOLLI