Sabatini, Palumbo, Fletcher, Dellosto, Happ. Praticamente tutta la panchina più il previsto centro titolare: c'erano a inizio stagione, non ci sono più adesso, tutti ceduti in A2 (il solo Palumbo in prestito, a Scafati). Con l'addio del forse incolpevole Gherardo, trasferitosi ieri a Piacenza (sponda Assigeco, A2), dovrebbe essersi concluso il forte restyling di una squadra che ha visto in questi mesi la quasi totale abiura delle idee estive, e che per forza di cose, di riflesso, ha portato anche tanta gente in ingresso. Baldasso, Saunders, Cusin e Hunt, senza parlare poi del cambio tecnico, con Sacchetti silurato e Dalmonte attualmente in panchina.

I risultati parlano per la nouvelle vague, dato che in una classifica parziale delle ultime 9 giornate la Fortitudo sarebbe addirittura al terzo posto a pari merito con la Virtus (6-2), dietro soltanto a Sassari e Venezia e sulla stessa linea, oltre che dei cugini, di Miilano. Imbattuta in trasferta (4-0), e sconfitta solo da Trieste e Sassari, la nuova Fortitudo nelle ultime 9 giornate non sarà una macchina da punti (78, terzultima) ma è la migliore difesa del lotto (72.8), a prova di come davvero tutto sia cambiato rispetto all'inizio di stagione. Dove c'era sì un altro allenatore, ma evidentemente anche un'altra squadra, con tutta un'altra panchina e, forse, tutt'altra indole dei titolari.

Dei previsti non starters sono rimasti solo Totè e Mancinelli, con quest'ultimo peraltro fermo ai box da un po' e ancora con tempi di recupero non certi: è chiaro che le nuove leve hanno portato rotazioni più sontuose (ma non dimentichiamo che Sacchetti si trovò anche in condizioni di assembramenti pazzeschi in infermeria) e quindi tutta una serie di effetti positivi collaterali. E che Dalmonte, oggi, può avere quelle gerarchie certe che prima, per forza o per scelta, non erano state possibili.

(Foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro 103)

Il Canale Telegram di Bolognabasket: tutti i dettagli
IL DERBY ALLA FORTITUDO 95-92