Sette squadre in due punti, al netto di chi ha già riposato e chi no (Cremona e Reggio), e la sola Cantù in un attuale ultimo posto che pone la squadra di Leunen, oggi, ad essere la prima candidata alla retrocessione. In questo paiolo la Fortitudo si ritrova, in questo momento, ad essere all’ottavo posto. Quindi in zona playoff. Quindi ben al di là delle aspettative rispetto a quando, un girone esatto fa, Luca Dalmonte prese in mano la squadra ultima in classifica. 8-7 il record per lui (le quattordici da Pesaro in poi, più Reggio che fu posticipo di gara inizialmente calendarizzata ancora in epoca Sacchetti), quindi si potrebbe quasi dire in linea con quelle che sarebbero dovute essere le aspettative estive.

Certo, rimane in bocca l’amaro gusto dei – meritati – giudizi dell’autunno, ma oggi la Fortitudo è un’altra squadra, benchè non possa godere dei propri risultati, appunto, perché partita con il piede sbagliatissimo. Tanto mercato, qualche ridefinizione interna, e forse oggi sarebbe anche giusto un plauso a chi è venuto ad aggiustare, e a chi, rimasto, ha saputo mettersi in riga. La tranquillità ancora non ci può essere, ma chissà se questa non sarà una settimana serena.

Dopo cospirazionisti, stipendi congelati e poi scongelati, Comtec eccetera: la società spera di poter annunciare Stojanovic (che ora potrebbe essere addizione per raggiungere quel che ci si sta conquistando) a metà settimana, sabato contro una Pesaro in difficoltà davvero si potrebbe chiudere in definitiva la vista sul retro per aprire finestre sul davanti, e tutto pare più roseo. Anche Banks, rinato, e tutti quelli che gli stanno attorno.

Il resto è vero, non è del tutto roseo. Però, senza voler essere filosocietari, non si potrebbe anche fare presente che, vista la situazione, poteva davvero andare peggio?

(Foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro 103)

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