Doveva essere una trasferta complicata, alla fine non lo è stata, e visto e considerato che questo è un campionato dove non è che ci siano vittorie scontate (anche se Forlì non vince da quando c’era ancora la Pangea), allora tutto bene. Il PalaFiera sorride a Bologna, capace di spezzarla alla grande con 17’ iniziali sontuosi, fatti di grandissimo attacco e difesa che ci ha messo poco ad accerchiare una Forlì scollacciata. 49-23, poi l’evitabile – detto da fuori – frenata che ha portato il vantaggio a limarsi fino al -8. Quando Ruzzier l’ha chiusa con triplone. Boniciolli alla fine ha difeso la sua difesa, ed evidenziato come questa squadra non può permettersi cali di tensione: lo aveva già evidenziato nel prepartita, che a calare il fosforo i giocatori diventino normali. Però è anche vero che tenere il livello dei primi 20’ non è facile, anche se forse si dovrà concedere qualcosa di meno agli avversari.

Quello che sembra è che la squadra, comunque sia, oggi abbia maggiore sintonia con l’allenatore: c’è il roster al completo (ieri si è visto anche Marchetti, per la prima volta), ci sono gli americani, e la truppa segue più di quanto non facesse in autunno. E il clima pare cambiato, attorno al gruppo. Che ora partirà per il massacro di Trapani, ricordando come anche l’anno scorso la sosta per l’altrui Coppa Italia fu utile per ripartire e preparare lo sprint. Sperando che Legion non abbia conseguenze per la scavigliata (non pare) e che la Sicilia sia cosa buona e giusta per quello che sarà.


Shine on you crazy diamond - La concretezza di Montano e il pronto che Knox dice sempre tutte le volte che viene chiamato in causa. Buona partita di squadra, cosa che in trasferta non è che si sia visto spesso, di recente.

Another brick in the wall - Detto del finale in cui forse si poteva evitare di illudere Forlì, ci sarebbe da fuoriuscire dal parquet. Per parlare del divieto di trasferta, che se porta comunque a quasi duecento tifosi bolognesi sugli spalti fa capire che forse è meglio dare l’ok e poi controllare in toto, che non affidarsi a regole facilmente – e legalmente – aggirabili. E del prodotto televisivo, fatto – se ci è concesso – di punteggio spesso sbagliato in sovraimpressione, di cronache superficiali e imprecise e di riprese, come al PalaFiera, fatte più o meno usando Google Earth. Cose che, se fossero arrivate dalle televisioni locali bolognesi, avrebbero portato a lamentele dei spettatori. Qualcosa di più può essere richiesto?

Foto Massimo Nazzaro / Pall. Forlì 2.015

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