Ricordare e proseguire un percorso tracciato. Conoscere la mafia per opporsi alle sue strategìe. E’ il senso di “Per non dimenticare”, l’evento fortemente voluto da Fondazione Virtus e andato in scena questa mattina nell’aula absidale di Santa Lucia, luogo sacro anche per la storia della pallacanestro italiana e della Virtus, oggi una delle “case” dell’Università di Bologna che diffondono cultura e messaggi importanti per le nuove generazioni. E proprio principalmente ai giovani studenti delle scuole superiori era dedicato l’incontro con uomini che si sono messi al servizio dello Stato per difenderlo, con i fatti e stando in prima linea, dalle derive di una vera e propria organizzazione a delinquere che si insinua nei meccanismi dell’apparato, cercando di corroderli.

Uomini come Sergio Lari, procuratore della Repubblica di Caltanissetta, e Mario Conte, consigliere della Corte d’Appello di Palermo, introdotti in questa sede dalla professoressa Stefania Pellegrini, professore associato di Scienze Giuridiche dell’Ateneo bolognese.

“Il dovere della testimonianza – racconta il dottor Lari - è un compito morale da cui chi come noi ha vissuto da vicino fatti che hanno colpito al cuore lo Stato non può astenersi. Ricordare Giovanni Falcone e i tanti magistrati e uomini delle istituzioni che come lui hanno sacrificato la vita e hanno fatto la storia del nostro paese, può aiutarci a costruire un futuro migliore. Falcone è il padre della nostra legislazione antimafia, colui che ha permesso di scoprire i meccanismi di Cosa Nostra, e attraverso il maxiprocesso alla mafia ha cambiato la storia del nostro Paese. Quegli anni, in cui la mafia fece una vera e propria guerra allo Stato, devono sempre essere portati alla memoria dei giovani, degli studenti, perché se c’è stata una risposta importante agli attacchi di questa organizzazione lo dobbiamo a grandi uomini come Giovanni Falcone”.

“La Nazionale di basket Magistrati”, ha spiegato il dottor Conte, “ci serve per capire come se noi riusciamo a riunire le componenti migliori della società, questa lotta alla mafia la vinceremo. Perché insieme a Sergio abbiamo pensato, creando questo team di appassionati di basket, che lo sport possa veicolare un messaggio importante: non basta fare il nostro dovere, ma è necessario impegnarsi tutti insieme, fare qualcosa di più, aiutare il prossimo e soprattutto i ragazzi anche attraverso i gesti, i momenti ludici, oltre che attraverso le parole. Fare sempre qualcosa per tenere viva la memoria, perché l’organizzazione mafiosa è sempre in cerca di smagliature nella rete attraverso le quali insinuarsi. Bisogna essere squadra, fare rete sempre, non affrontare il problema individualmente”.

“E’ un onore avere qui il dottor Lari”, afferma Pietro Basciano, presidente di Fondazione Virtus. “Con il suo insegnamento rivolto a chi lavora a un futuro migliore per questo Paese. “Il fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale”, era una frase di Paolo Borsellino che ogni imprenditore dovrebbe tenere ben visibile in ufficio. E’ un valore che noi tutti dovremmo avere ben presente per costruire il nostro futuro e quello dei nostri figli”.

“Un incontro affascinante ed emozionante”, commenta Daniele Fornaciari, consigliere delegato di Virtus Pallacanestro. “E una società sportiva come la Virtus è qui a ricordare, perché lo sport è un grande esempio di attività fisica all’interno delle regole. La regola è fondamentale, e la Virtus, che ha grande attenzione anche all’attività giovanile, lo sa da sempre”.

Marco Tarozzi
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