Federica Nannucci della Matteiplast è stata intervistata su Bolaround
Ecco un estratto delle sue parole.

Sul bilancio della squadra fin qui. “Direi un bilancio molto positivo, in pochi si aspettavano potessimo fare così bene. Di partita in partita abbiamo acquisito sempre più fiducia e sicurezza ed abbiamo definito la nostra identità di squadra. Grande rammarico che due delle tre partite perse siano state giocate con il roster incompleto a causa di infortuni. Forse potremmo essere ancora più su in classifica…”

Il gruppo è già consolidato e compatto già dalla scorsa stagione. "Le chiavi, a mio parere, sono l’amicizia, la condivisione e l’intesa in campo ma ancora prima fuori dal rettangolo di gioco. Siamo un gruppo che si dà manforte sia nel basket che nelle scelte di vita. L’impegno e i sacrifici che facciamo quotidianamente per poter giocare sono enormi: essendo tutte noi lavoratrici o studentesse non possiamo vivere solo di questo sport, purtroppo. In questo, secondo me, facciamo il vero salto di qualità: ci capiamo a vicenda solo con uno sguardo, soprattutto per le vicende extra-campo. Questo ci permette di creare alchimia quando, invece, abbiamo un obiettivo o un problema in campo, durante un allenamento o una partita.”

Un consiglio alla FIP per aumentare la visibilità del basket femminile. “Purtroppo la realtà del basket femminile è molto indietro. L’esempio lampante è proprio il nostro: lo scorso anno abbiamo guadagnato la promozione in A1 disputando un campionato e una fase playoff incredibili, che hanno fatto appassionare tanti tifosi, ma ci troviamo ancora in A2 per mancanza di fondi. Che succeda questo in una città come Bologna, dove si respira basket ovunque, è davvero incredibile. La FIP dovrebbe aiutare ed agevolare le società che, con tanto impegno, continuano a credere in questo sport: dico solo che giocatrici anche di A1 e A2 non sono nemmeno considerate professioniste… Sicuramente il movimento che si è creato grazie agli ultimi Europei è stata una cosa molto positiva ed è una fortuna che sia esplosa Cecilia Zandalasini, che è diventata la figura di riferimento del basket femminile. Tutto ciò ha fatto aprire gli occhi a tanta gente e per noi questo è un motivo di speranza e cambiamento per il futuro.”

Cosa significa giocare a basket a Bologna? “Giocare a basket a Bologna è un vero onore, è difficile spiegarlo, solo chi ha avuto la possibilità di farlo lo può capire davvero. Nella mia carriera ho ricevuto offerte da altre squadre, avrei fatto un salto di qualità sia dal punto di vista della categoria che dal punto di vista economico; per scelte personali e di basket non ho mai accettato. Da bolognese doc ho sempre coltivato un sogno: quello di vincere il campionato e riportare la squadra del Civ e di Bologna in A1. L’anno scorso il sogno si è realizzato, vedere il CRB pieno, con la gente fuori appoggiata alle vetrate, è stata un’emozione incredibile che porterò sempre dentro di me. È anche per questo dimostrato attaccamento alla maglia e alla città che fa male vedere che nessuno abbia premiato e investito su ciò che abbiamo fatto.”

C'è aria di derby anche in Matteiplast? “Assolutamente sì! Anche nel nostro gruppo si ripropone lo stesso teatrino di sempre, condito di sfottò senza esclusione di colpi. Ci sono due vere e proprie faide, una capitanata da me per la Virtus e l’altra da Matilde Dall’Aglio per la Fortitudo: quando si inizia a parlarne non si finisce più, davvero. L’anno scorso, con il ritorno del derby Virtus-Fortitudo, è stata durissima riuscire a rimanere compatte; non sappiamo come ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Spero torni presto il derby perché la città si trasforma realmente e Bologna è Basketcity anche per questo.”

( Foto di Fabio Pozzati )

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