Matteo Fantinelli è stato intervistato da Damiano Montanari su Stadio.
Ecco un estratto delle sue parole.

La Fortitudo finora ha sempre piazzato i break vincenti nell'ultimo quarto. Non lo so. Io so che dobbiamo migliorarci. Non siamo contenti. Nelle ultime cinque partite solo a Montegranaro abbiamo fatto bene. Ci serve maggiore continuità. È vero, siamo primi. Ma dietro Treviso e Forlì corrono. Già nella trasferta di domenica a Piacenza dovremo mettere grande intensità.

A Piacenza gioca Marques Green. Guardavo Green giocare quando ero un ragazzino. Affrontarlo sarà un grande stimolo. Una delle chiavi della partita sarà cercare di limitarlo.
C'è il rischio di sottovalutare la partita? No. Loro hanno appena cambiato il coach e tutto il gruppo darà il massimo. In più, senza Hasbrouck, saremo in emergenza. In questa situazione non esi- ste alcun pericolo di sottovalutare l'avversaria.

Si sente il condottiero di questa Fortitudo? Assolutamente no. Siamo una squadra in cui ognuno porta il suo mattonano. Se vinciamo, lo facciamo insieme. Se perderemo, sperando che non accada mai, lo faremo come gruppo. Questa è la nostra forza: essere tutti piccoli operai che contribuiscono alla causa. Nessuno si eleva sull'altro.

Come spiega l'imbattibilità della Fortitudo? Non c'è una spiegazione. Ogni partita fa storia a sé. C'è la consapevolezza che per raggiungere obiettivi importanti bisogna perdere poche gare. Se in passato per vincere il campionato potevano bastare ventidue successi, quest'anno ne potrebbero servire anche ventiquattro. Una sconfitta potrebbe compromettere un'intera stagione.

Da quando è arrivato in Fortitudo la sua vita è cambiata? Molto. Prima vivevo la pallacanestro come un lavoro. Ora è anche una gioia. Riesco a vedere di più la mia famiglia e i miei amici. Sono sereno e felice.

( Foto Fabio Pozzati/ebasket.it )

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