FALLIMENTO BOCCIO, SABATINI INDAGATO PER BANCAROTTA
L'imprenditore e proprietario della Virtus Pallacanestro Bologna, Claudio Sabatini, è indagato dalla procura bolognese per l'ipotesi di bancarotta preferenziale nell'ambito di una indagine nata dal fallimento di Massimiliano Boccio, titolare della Caffè Maxim, l'ex sponsor del club bianconero. Secondo l'ipotesi degli inquirenti Sabatini, pretendendo il pagamento dei debiti che Boccio aveva nei suoi confronti, avrebbe concorso nel fallimento per cui però lo stesso Boccio è indagato per bancarotta, in questo caso però fraudolenta.
<br><i>''Ovviamente non mi fa piacere</i> - ha commentato Sabatini, contattato telefonicamente - <i>ma sono del tutto sereno, anche perchè ho avuto la fortuna di trovare un pm molto competente e sono certo che l'indagine finirà con una nuova richiesta di archiviazione. Tra l'altro nei giorni scorsi è stato trovato un accordo col curatore. E' comunque un'esperienza di vita: vorrà dire che la prossima volta che mi capiterà di dover dare una mano per un fallimento lascerò perdere''</i>, ha concluso con riferimento al 'salvataggiò della Virtus che dopo 15 scudetti e due Eurolega rischiava di scomparire. L'inchiesta - condotta dal Pm Enrico Cieri e affidata alla Guardia di Finanza - ha avuto come antecedente la denuncia che Boccio presentò all'inizio del 2006 e nella quale accusava Sabatini e altre quattro persone di estorsione per averlo costretto a vendere macchine di lusso (a prezzi inferiori a quelli di mercato) e appartamenti, a fronte di difficoltà finanziarie della Caffè Maxim che non avrebbe potuto onorare nei tempi dati le cambiali del contratto di sponsorizzazione. Per quella denuncia il Pm Cieri aveva chiesto l'archiviazione, non ravvisando elementi tali da suffragare la denuncia. Ma il Gup Michele Guernelli non aveva accolto, alla fine
<br>del giugno di quest'anno, la richiesta e aveva restituito gli atti al Pm per fargli interrogare altri due testimoni e il curatore fallimentare perchè nel frattempo - appunto - era intervenuto il fallimento di Boccio. In pratica, secondo il giudice, dopo il fallimento i fatti andavano rivisti e bisognava capire cosa fosse successo con la dichiarazione di fallimento.