Vincenzo Esposito, grande ex di oggi, è stato sentito da Luca Aquino per la Gazzetta. Un estratto dell’intervista.

“Emozioni? Sì, però è già tutto impresso nella mia mente e dentro di me per le due stagioni da giocatore passate qui. Già quando venivo a vedere le partite in questi anni, ma anche ai tempi della B, lo spettacolo del pubblico è sempre stato favoloso.
Ricordi? Sono stato fortunato a capitare nel posto giusto al momento giusto, è stata un'esperienza non solo cestistica ma anche umana clamorosa. Era una Fortitudo neopromossa, all'inizio dell'epopea Seragnoli, allenata da Scariolo e che iniziò la stagione da matricola con un -6 in classifica. Poi dopo quei due anni ci fu la Nba.
Perché eravamo amati? Perché eravamo dei personaggi. Io, Fumagalli, Dallamora, Gay, Comegys, poi Djordjevic: al di là del valore tecnico eravamo identificati con il fortitudino. un po' maraglio, selvaggio, genio e sregolatezza. Così siamo entrati nella testa e nel cuore di tutti i tifosi della Effe, il migliore sesto uomo della Serie A.
Robertson (canadese, ndr) mi vuole conoscere? Mi preoccupa il suo valore, lo avevamo seguito anche noi poi abbiamo fatto altre scelte di cui non ci siamo pentiti. È molto giovane quindi non so quanto conosca della storia di quei primi anni dei Raptors”

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