Al termine della conferenza stampa di ieri sera, Sasha Djordjevic ha fatto un lungo discorso sui progetti e medio a lungo termine della Virtus.
Le sue parole.

Se esiste un segreto di questa Virtus? Parte prima da una visione. Societaria prima, di un progetto di grande serietà di cui sono grato di essere qui. Il patron Zanetti ci sta facendo vedere cosa vuole fare con noi. Dopo questa visione c’è quella tecnico tattica del gioco, da chi partire e con chi finire e anche lì abbiamo ancora margine di crescita e miglioramento. Lo stesso Baraldi e io stesso abbiamo già detto che per la Virtus il mercato è sempre aperto e siamo liberi di farlo. Il gruppo di lavoro è aperto a proposte, c’è una sfida quotidiana con noi stessi per migliorarci quotidianamente che è una cosa in cui credo molto. Non voglio parlare dei problemi delle nostre avversarie come Venezia: a volte ci sono dei cicli come quelli in cui sono cresciuto io, la Ignis, di cui mio padre mi portò il poster. Meneghin recentemente omaggiato dall’Olimpia... poi sono arrivate la Buckler, la Kinder e tante altre. Io ho detto che con il nostro progetto volevo sfidare questo passato glorioso. Penso di avere il diritto di provarci e ambienti come questo o Venezia, Sassari se lo meritano. La pallacanestro se lo merita. Dobbiamo portare la pallacanestro sul gradino più alto grazie ai grandi giocatori come Teodosic che manda un messaggio. La competizione va internazionalizzata, portata fuori dall’Italia per far vedere il livello di questo campionato. Questo si deve aggiungere alla quotidianità per andare avanti. Dobbiamo sfidare la Spagna. Questo nel mio pensiero è la sfida che lancio. Il mio obbligo verso chi mi ha dato questo lavoro è fare qualcosa di più insieme allo staff e a chi lavora nella società. Dal portare Teodosic all’andare in Eurocup e oltre abbiamo grandi sfide in programma ma non dobbiamo solo arrivarci, dobbiamo scendere in campo e giocare. Un ciclo si sta creando e sta crescendo.

(foto Virtus Pallacanestro)

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