Sasha Djordjevic è stato sentito da Andrea Tosi per la Gazzetta dello Sport. Un estratto dell'intervista.

"Belinelli? Arriva aquesta sfida con tre allenamenti insieme alla squadra, il primo lo ha fatto giovedì dopo 2 settimane di lavoro solitario. Non dobbiamo mettergli troppa pressione addosso. Sarà lo svolgimento della partita a determinare il suo impiego. Io sono ottimista.
L'infortunio di Pajola? Ale si è fermato per una fascite plantare al piede destro. È emersa dopo le partite con la Nazionale. Prima di Treviso si era fermato 5 giorni, sembrava in ripresa poi l'altra sera in Eurocup si è riacutizzato il problema. Starà fuori almeno un mese, spero di recuperarlo per la Coppa Italia. Mi dispiace perché la crescita di Pajola è uno degli obiettivi che mi sono fissato da quando sono alla Virtus. Ora si trova ad affrontare il primo serio infortunio da quando è entrato nel mondo dei grandi. Gli ho detto che deve reagire e che da questo momento in avanti il suo amico migliore sarà il Brufen e il secondo suo migliore amico sarà un gastroprotettore.
La questione esonero-reintegro? Sinceramente per me è una ferita. Ma con la mia coerenza, integrità, professionalità e maturità, mettendo da parte l'ego, sono andato avanti. In questo club ho portato tutto me stesso, le mie idee, le mie conoscenze, il mio senso di responsabilità per sviluppare un progetto ambizioso e voglio continuare a farlo convinto ancora di più nei miei valori e nella mia ossessione di vincere. Tutti i giocatori mi hanno ripagato con una dedizione indescrivibile. Ci vogliamo tutti bene da sempre e ce ne vogliamo ancora di più da quel giorno. Sono orgoglioso del rapporto che ho costruito con questa squadra e con tutte quelle che ho allenato in passato. I miei giocatori sono con me e io con loro: questo è sempre stato il mio modo di vivere il mio lavoro.
Le sconfitte? Nella passata stagione l'entusiasmo dei tifosi ci ha trascinati nel nostro nuovo corso: questa è una piazza che fa sentire tutti i giocatori speciali. In Europa ci sono solo Bologna e Belgrado capaci di trasmettere queste sensazioni ai giocatori. Quest'anno l'assenza del pubblico ha anestetizzato tutto e tutti. Giocare in casa o fuori è la stessa cosa, anzi in trasferta è più facile. Uno studio recente evidenzia che in tutti i campionati d'Europa le squadre che viaggiano vincono il 53% della partite. Noi siamo l'esempio più esplicito: abbiamo 11 vittorie su 11 trasferte e in casa abbiamo perso 4 volte.
Oggi? È un grande spot per il basket in sé ma senza il pubblico questa partita perde la sua verità, ovvero quello che tutti questi campioni possono trasmettere ai tifosi con le emozioni di un gesto tecnico. Il basket si gioca con il pubblico e per il pubblico. Senza ambiente esenza atmosfera non è la stessa cosa"


(foto Legabasket)

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