Il coach della Virtus Sasha Djordjevic è stato intervistato da Luca Aquino sul Corriere di Bologna e da Piero Guerrini su Tuttosport.
Un estratto delle sue parole.

Come nasce la Virtus sola in testa alla classifica? Pensando a quali giocatori potessero essere dei punti di riferimento per Bologna. Su questo parquet sono passati grandissimi campioni, questo è stato uno dei tasti sui quali ho spinto per portare qui Milos Teodosic. Gli ho spiegato cosa potrà dargli Bologna, la passione e il modo in cui vive la pallacanestro questa città, la rivalità storica fra due club. Io ho vissuto i due anni più belli della mia carriera dal punto di vista delle emozioni.

Come sta avvenendo questo processo di crescita? Grazie alla meticolosità organizzativa che si rispecchia nelle idee e nelle ambizioni del signor Massimo Zanetti, dell'ad Luca Baraldi, del direttore generale Paolo Ronci. Abbiamo intrapreso un processo di crescita importante, con ambizione, in ogni settore. Partiamo da una base importante, la Virtus è è un valore riconosciuto. La mia idea è che lo sport in generale ha bisogno di essere comunicata attraverso il campo, dunque i giocatori e la loro grandezza. Lo abbiamo visto nel calcio, con l'ingaggio di Ronaldo da parte della Juventus, che ha innalzato tutto, aspirazioni delle rivali comprese. Per questo ho spinto tanto perché arrivassero giocatori importanti. Bologna vive la pallacanestro, il campo con quotidianità ha bisogno di legarsi emotivamente, noi dobbiamo puntare al massimo che si possa offrire. E' una strada lunga e dura, una sfida con noi stessi, con le idee in cui crediamo. Non può esserci soltanto il desiderio, ma l'impegno dedicato, condiviso, per arrivare.

Quando sono arrivato ho detto che mi piace guardare il bosco che c'è dietro l'albero. Sto mettendo tutto me stesso, con il mio staff e la società in questo progetto di crescita a lungo termine, dove però c'è la parola "termine" che non mi piace. Non bisogna terminare, bisogna crescere e andare avanti per fare sempre di più con tempi che vorrei accorciare ma anche con la pazienza da parte di tutti.
Ha lasciato la Nazionale per concentrarsi sul club? Sì. Penso che dopo cinque anni arrivi il momento di dire basta, gli allenatori sentono quando è il caso di farlo e cercano nuove sfide. La mia ossessione oggi è la Virtus.

Cosa manca per sfidare Milano, non solo sul campo? Io non parlo mai degli avversari, dico piuttosto che rispettiamo e vogliamo giocarcela con tutte le squadre che ci hanno preceduto la scorsa stagione, a cominciare da Venezia che ha vinto scudetti e coppe di recente, è una realtà importante. E anche Sassari. Milano in questo momento, ha una licenza A di Eurolega, la possibilità di pianificare a lungo termine dunque. Ja una grande arena, strutture. In quella direzione vogliamo muoverci. Quello che manca a Bologna è la competizione con i grandi club continentali, come quando le due società giocavano la Final Four di Eurolega e questa era basket City per tutta Europa. E' giusto sia così»

Cos'è scattato lo scorso anno per arrivare a vincere la Champions League? Abbiamo lavorato sulle nostre idee, c'è voluto tempo e ci sono mancate un paio di settimane per arrivarci anche in campionato. Si è creata empatia in poco tempo, quando arriva gente nuova deve proporre idee credibili e produrre risultati perché i giocatori crescano e diano il meglio.
Però, poi, avete cambiato tutto. Sì perché abbiamo voluto mettere la nostra zampa sulla costruzione della squadra, nell'ottica di questa progressione che vogliamo ottenere.

A fine stagione sarà soddisfatto se... Dopo l'ultima partita della stagione si tireranno le somme. Abbiamo obiettivi, ma per toccare il 10 devi aspirare a 12, se aspiri al 10 arrivi a 8 e non basta. Come insegnano i nostri vecchi maestri, bisogna lasciare un posto meglio di come l'hai trovato.


L'obiettivo immediato della Virtus è l'Eurolega? L'Eurolega è l'obiettivo, sì, ma l'obiettivo immediato è la gara con Andorra di Eurocup. Vogliamo arrivare ad avere una licenza di Eurolega per programmare a lungo termine.
La squadra ha già una faccia? Le mie squadre hanno una faccia, questo posso dirlo. L'attuale Virtus sta costruendo le basi. Io sono un entusiasta, ma anche realista. Siamo all'inizio, credo in quello che stiamo facendo e vedo che i ragazzi ci credono.

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