Coach Djordjevic è stato sentito telefonicamente da Radio Marca. Ecco le sue parole

Come procede in Italia? “Siamo tornati ad un po’ di libertà, la gente con la distanza e la mascherina sta cercando di rispettare le regole. Ci vuole anche un po’ di coraggio per tornare ad una vita che ovviamente non è la stessa.”

Come si pensa allo sport in questo momento? “Dall’inizio di questa pandemia ho sempre pensato alle vittime che hanno perso la vita a causa del virus. Sono stato molto triste per quello che è accaduto. Lo sport è una parte della società, una parte molto importante della nostra vita. Alla fine, però, a nessuno importa chi è campione. Noi non vediamo l’ora di ricominciare il nostro lavoro, con un po’ di malinconia legata al passato perché lo sport è gioia e allegria, dare speranza e sorriso alla gente che viene a guardarti. C’è anche un po’ di invidia verso il basket spagnolo che riparte, che prova a ripartire pensando non ha quello che si è perso ma a quello che si potrebbe ottenere in futuro. Noi aspetteremo i primi di agosto per tornare a fare quello che ci piace. È vero, abbiamo giocato una stagione molto positiva, entusiasmante ma in generale questa situazione ci ha colpito molto non solo a livello sportivo ma per la nostra vita.”

Si può paragonare la situazione che stiamo vivendo al periodo della guerra balcanica. “La guerra non può essere comparata alla situazione di lockdown. Il periodo di guerra è un periodo molto duro, anche perché il nemico che hai davanti lo conosci. Adesso abbiamo un nemico che non conosciamo. La vita è così, bisogna reagire con forza, proteggendo la famiglia e gli amici. La vita mi ha insegnato a non pensare a quello che è successo ieri. Quando si vince una partita o una medaglia, c’è un po’ di tempo per festeggiare, fumare un sigaro, bere qualcosa ma la mattina seguente bisogna già pensare all’impegno successivo. Bisogna sempre combattere per nuovi obiettivi.”

Pensi che la Virtus possa avere un posto in Eurolega? “Io ho molto rispetto delle altre sette squadre che erano arrivate alla fase finale dell’EuroCup. Parlare di aver potuto vincere l’EuroCup quest’anno è una chiacchiera da bar davanti ad una birra. Noi lavoriamo in questa direzione, cresciamo, stiamo raggiungendo risultati parallelamente alla crescita del club. Abbiamo ancora da migliorare ma abbiamo anche dimostrato in poco tempo che la Virtus è tornata a essere considerata. Questo era il mio primo obiettivo: non guardare solo l’albero davanti a noi ma pensare a tutta la foresta.”

Cosa ne pensi della scelta della Spagna di concludere la stagione? “Da tanto tempo la ACB sta facendo molto bene in tanti aspetti e questo non fa altro che confermare ancora una volta i miglioramenti che in Spagna sono stati fatti. Valencia ha tutto per essere palcoscenico di questo finale di stagione, dimostrando a tutti quale deve essere il livello della pallacanestro. Per questo motivo la Spagna sarà da esempio per tutti. Qui in Italia abbiamo Milano e la Lombardia che stanno avendo ancora casi di coronavirus, le regioni non sono ancora aperte e quindi le decisioni eventuali portano più responsabilità. Adesso è molto difficile organizzare qualcosa qui in Italia.”

Un documentario sulla vita di Djordjevic sul modello di The Last Dance? “Adesso sto ancora lavorando, quando smetterò ci penseremo. Jordan è di lezione per tutti, in un’epoca in cui si giocava con valori e durezza mentale. Io ho avuto la fortuna di giocare con alcuni personaggi che si vedono nel documentario e per tutti è stato speciale. È un documentario straordinario, una lezione, l’ho guardato con filosofia, diciamo così: come un affezionato di basket ma soprattutto pesando ogni parola, ogni immagine e ogni aneddoto.”

Verrai ad allenare in Spagna in futuro? “Venite in Italia per fare radio.”

(foto FIBA Europe)

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