Dino Meneghin è stato ospite di Sport Club su èTV.
Alcune dichiarazioni.

E' il campionato di Messina e Scariolo."Essendo tifoso di Milano sto con Messina, senza nulla togliere a Scariolo che ha dimostrato di essere un grande allenatore"

Le differenze tra Milano e Virtus? "Grandi squadre, ruoli molto coperti, devono stare attenti a centellinare i giocatori soprattutto all'inizio e stare attenti alle fatiche dell'Eurolega. E serve anche un po' di fortuna per evitare problemi e infortuni che spingerebbero a cambiare le carte in tavola"

Anche Scariolo sta centellinando Belinelli e Teodosic. "Con tutto il rispetto hanno una certa età ed è giusto che Scariolo quando possibile li preservi e sperimenti altre cose con altri giocatori"

Tu hai smesso a 44 anni, che consigli daresti a Belinelli e Teodosic? "Sarebbe come insegnare ai pesci come nuotare, loro sanno esattamente cosa fare, sono intelligenti, conoscono il gioco e le proprie possibilità. Io nel 1990 andai a giocare con Trieste mentre mio figlio iniziava a Varese, e facemmo 1-1. Fin dai 33 anni ho cominciato a ragionare di contratti annuali per vedere come stavo, solo a Trieste feci un biennale e idem al mio ritorno a Milano, solo che ad un certo punto capii che le idee andavano più veloce delle gambe e che era il caso di smettere"

Fossi stato tu in campo in gara 3 nel 1984, Milano avrebbe vinto lo scudetto? "Servirebbe il mago Otelma. Io tirai i polsini per stizza colpendo un arbitro, ma non era mia intenzione. Ognuno dovrebbe avere due vite a disposizione, con la prima a cercare di fare il minor numero di errori possibili, e aspetto la seconda"

Messina ha cambiato molti giocatori chiave. "Infatti hanno sempre iniziato le stagioni con la necessità di aggiustare le cose. Pure io ai miei tempi ricordavo che l'arrivo di un nuovo giocatore costringeva il resto della squadra a fare un passo indietro per aiutarlo nell'inserimento. Passano dei mesi prima di passare la quadra, e anche se arrivano giocatori esperti c'è comunque bisogno di tempo"

Nel 1986 stavi arrivando in Fortitudo. "Arrivò una offerta, poi però restai a Milano perchè mi sentivo a casa. A malincuore non arrivai a Bologna, ma restai in un ambiente dove conoscevo tutti e mi sentivo come un topolino nel formaggio"

Saresti venuto in Virtus? "Io ho cambiato poche squadre in carriera. Ho rinunciato alla Fortitudo, per cui in generale sono sempre stato bene vicino a casa. Anche se la Virtus è un jolly che tutti vorrebbero giocarsi, ma Porelli non mi ha mai cercato"

Più pericoloso Sabonis o Cosic? "Ho foto con Cosic dove eravamo entrambi così magri... poteva giocare in 5 ruoli, ne ero innamorato e provai a imitarlo ma senza successo, anche facendomi crescere il pizzetto. La prima volta che incontrai Sabonis vidi subito le sue potenzialità, arrivò all'ultimo momento e fece di tutto."

C'è polemica tra Petrucci e Bologna. "Non so cosa sia successo, ma tra persone intelligenti ci si chiarirà. Vivere di polemiche fa male al movimento."

Lo scorso anno Zanetti si lamentò fortemente degli arbitri. Per te Milano ha avuto aiuti? "E' impensabile che una società abbia così tanto potere, sarebbe insultante pensare che gli arbitri si possano fare condizionare da un nome. Negli anni 70 parlavano di sudditanza psicologica verso Varese, poi verso Milano... Ogni volta che una società vince esce fuori la stessa cosa, ma come diceva Nikolic il primo che canta nella foresta è quello che ha paura. Il campo dice sempre la verità"

Anche tu sembravi più tutelato di Binelli. "Mi pestava i piedi come fossero bistecche. Ma quando sei in area non arretri mai perchè sai che tutti ti guardano, e non puoi difendere scusandoti se fai tagliafuori, devi sempre lottare. Un giorno un giocatore mi disse che mi avrebbe spaccato il collo, io gli risposi che lo avrei fatto prima io e da lì si mise calmo. Andava fatto, altrimenti gli altri ti saltavano addosso."

Litigi con tifosi? "A Trieste c'era un tifoso che insultava pesantemente Fucka, io gli risposi beccando anche un tecnico perchè ai giocatori non è permesso rivolgersi al pubblico. O a Milano, dopo aver vinto tutto ma dopo una sconfitta, dei tifosi ci gridarono di andare a lavorare. Per fortuna che mi hanno mantenuto, avevamo appena fatto il Grande Slam..."

Grandi battaglie anche contro Marcelous Starks. "Aveva grande tecnica, molto completo. Quando ti trovi di fronte a giocatori del genere vai sempre in difficoltà"

Dan Peterson è stato il più grande di tutti? "E' stato un grandissimo allenatore, a Milano così come lo era stato in Virtus. Quando ero a Varese ci fu una forte discussione tra me e Gianelli, ad un certo punto mi trovai Dan che mi urlava di tutto e pensai che aveva davvero carattere e voglia di difendere i suoi. Grande allenatore, grande psicologo, poche parole e tanto lavoro. Mi ha regalato una seconda vita sportiva, la sua offerta per andare a Milano mi ha rivitalizzato quando pensavo di smettere, e poi se giochi con grandi compagni è tutta benzina"

La Virtus e Milano potranno arrivare ai playoff dell'Eurolega? "Siamo a inizio stagione, è ancora presto per entrambe. Compito difficile, cammino lungo: Milano ora sta soffrendo molto e paga dazio, ma basta vincere 2-3 partite quando avranno il roster completo e saranno un'altra squadra. Bologna sta andando molto bene, mi piace molto come gioca, fare strada sarebbe un grande risultato"

Messina sta diventando molto sgarbato. "Non ho mai visto una sua conferenza stampa. Sarà preoccupato per gli infortuni e per i giocatori che gli mancano, sarà il periodo. Poi vi inviterà tutti a pranzo. Ma non può essere messo in discussione, e ha fatto carriera meritatamente, lui come Scariolo. Sul campo vige la meritocrazia."


Il video integrale della trasmissione.
https://youtu.be/Hj6dWF-sNlQ

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VIRTUS, LA SITUAZIONE INFERMERIA