L'ex allenatore Fortitudo e Virtus Mauro Di Vincenzo è stato sentito da Damiano Montanari per Stadio. Un estratto dell'intervista.

"In questo momento mi hanno colpito due posizioni: la prima è quella del professor Massimo Galli dell'ospedale Sacco di Milano e la seconda quella dell'allenatore di calcio tedesco Jurgen Klopp. Il primo è una persona molto equilibrata, oltre che un infettivologo esperto e competente. Non ha mai azzardato ipotesi in merito a quando l'epidemia da Coronavirus finirà. Si è giustamente limitato a dire che dobbiamo avere pazienza, perché abbiamo davanti un nemico sconosciuto, del quale nessuno può dire niente di certo. Il secondo riferimento, Jurgen Klopp, ha dimostrato coerenza sottolineando di essere "solo un allenatore di calcio", non qualificato per esprimersi sul Coronavirus. Oggi, tanti si improvvisano virologi o tuttologi. Tutti ci auguriamo che la situazione si risolva presto. Mi ha piacevolmente sorpreso l'inaspettata disciplina del popolo italiano in risposta alle restrizioni previste dal Governo.
Far ripartire la stagione? Le persone deputate a rispondere sono degli esperti e nessuno di loro oggi può dire che fra tre settimane tutto sarà tornato alla normalità. Se riaprissero stadi e palazzi dello sport, lei si siederebbe tranquillo accanto al suo vicino senza pensare che potrebbe avere il Coronavirus? Io no. Siamo tra coloro che son sospesi.
Il rischio di non ripartire l'anno prossimo? Il rischio non esiste, ma da uomo di basket ritengo ci sarà uno stravolgimento dei campionati. Mi auguro che la politica della pallacanestro sia all'altezza della situazione e non guardi in faccia a nessuno. Mi aspetto un ridimensionamento del numero delle squadre partecipanti. Già da quest'anno molte realtà hanno difficoltà economiche e sono riuscite ad andare avanti grazie all'incasso al botteghino. Aggiungo: come può uno sponsor, che magari ha un'azienda in cassa integrazione, investire nella pallacanestro quando la sua stessa attività è a rischio? E io stesso, se ho difficoltà con il mio lavoro, ci penso due volte prima di sottoscrivere l'abbonamento. La pallacanestro, come il calcio, continuerà ad andare avanti, ma cambiata. Oggi ci sono troppe squadre in Serie A e in A2. Sarebbe molto meglio ridurle, pensando a una A più "snella" e a una A2 a girone unico. Poi io sono per il ricoinvolgimento dei giocatori italiani. So che non si può tornare alla mia pallacanestro, in cui giocavano otto italiani e due stranieri, tuttavia sarebbe auspicabile una presenza più importante di giocatori nostrani che, a loro volta, dovranno accontentarsi di stipendi più modesti di quelli attuali"

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