Dante Anconetani, responsabile del settore giovanile Fortitudo, ex presidente ed ex giocatore, è stato sentito da Damiano Montanari per Stadio. Un estratto dell'intervista.

"Ero un playmaker ragionatore, facevo rendere al meglio i miei compagni, servendo il giocatore giusto al momento giusto. Penso che oggi un tipo di regista come ero io farebbe comodo a molte squadre. Sicuramente, con un utilizzo frequente del pick and roll, che ai miei tempi si usava poco, mi divertirei molto.
Charles Jordan? Era un lungo di 2.03cm che tirava e segnava da metà campo. Sapeva fare di tutto e detiene ancora il record di punti segnati da un giocatore della Effe: 50, nella sconfitta casalinga contro la Scavolini. Quel giorno ci fere un po' arrabbiare perchè nella partita precedente era stato svogliato, rendendo meno di quanto avrebbe potuto. Fu la presenza della diretta televisiva a risvegliarlo e a motivarlo a dare il meglio. Lui era fatto così: faceva la differenza quando ne aveva voglia.
Starks? Anche se saltava poco aveva quasi 20 rimbalzi di media. Per scherzare gli dicevo che sbagliava volutamente certi tiri da sotto per riprendere il pallone e incrementare il numero di rimbalzi catturati.
Nel 2013 divenni il presidente della Rinascita. Fu Marco Calamai a telefonarmi per chiedermi di aiutarlo. Allora facevo il ristoratore a Pavia, gestendo il 'Bistrot 23', così chiamato in onore di Michael Jordan, la cui gigantografia campeggiava su una parete del locale. Prima ancora per vent'anni avevo lavorato come editore vicino a Bergamo, realizzando il periodico di informazione e annunci economici 'Passaparola'. Avevo fatto una scelta di vita, abbandonando il basket, ma per la Fortitudo tornai sui miei passi.
Il vivaio? Lo stiamo ricostruendo. La società ha investito su alcuni ragazzi di sicuro interesse. In ottica futura ci sono ottime prospettive"

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IL DERBY ALLA FORTITUDO 95-92