Le parole di Luca Dalmonte alla vigilia della trasferta a Milano.

“Ho pensato di iniziare a parlare di Milano cercando di distinguere tra i concetti di squadra migliore e squadra più forte. E’ banale dire che è la più forte, io punterei nel definirla ‘la migliore’, perché ha la migliore organizzazione difensiva, perché ha un attacco straordinariamente essenziale dove ogni giocatore, pur con eccellenti qualità individuali, sa lavorare prima per la coralità e la collaborazione reciproca. Si deve quindi fare un passo indietro, perché non si deve parlare solo dei loro singoli quanto del loro sistema, della loro organizzazione, tutto figlio del mandato dello staff tecnico. I risultati poi si vedono, sia in Italia che viaggiando per l’Europa, giocando per la nostra pallacanestro nella massima competizione. Noi dobbiamo affrontare la partita con il giusto coraggio, con la legittima ambizione di chi sa che alla palla a due siamo zero a zero, con la consapevolezza delle loro proposte difensive ed offensive. Servirà essere al massimo, possesso dopo possesso, in ogni singola parte del campo. Alla fine tireremo le somme, cercando di capire quanto saremo stati coraggiosi dentro la partita, in un appuntamento molto difficile: la consapevolezza di giocare contro i migliori deve dare grande motivazioni e coraggio. Ogni singolo possesso dovrà essere giocato senza spostarci dalla nostre linee guida”

Sono partite dove si gioca più leggeri. “Conterà anche la tattica, perché le idee che metteremo in campo ci appartengono, non stravolgeremo le nostre linee guida. Dovremo essere in grado di proporre qualcosa di differente. Mentalmente potrebbe essere più semplice, ma la pressione non va messa in funzione dell’avversario, quanto in funzione del nostro lavoro, del nostro DNA, di quanto abbiamo preparato. Noi abbiamo le nostre regole difensive, poi ci saranno differenze perché differente è l’avversario. E questo vale anche per il nostro attacco, dove dovremo essere capaci di saltare la loro fisicità, ma anche cercare di crearci vantaggi contro la loro difesa. Sapendo che le soluzioni potranno arrivare anche non al primo tentativo.”

Non hanno punti di riferimento. “Non credo che la forza di Milano sia nei singoli giocatori, quanto nel loro sistema. Può cambiare il numero di maglia, ma non l’efficienza della loro organizzazione. Evitiamo di etichettarli come un gruppo di tanti giocatori forti, ma pensiamo al loro sistema e non ai loro nomi. E noi dovremo affrontarli giocando con il collettivo”

E’ da queste partite che si può capire se alzare l’asticella delle ambizioni? “Deve essere giocata al massimo, poi dovrà essere archiviata un attimo dopo il suono della sirena. Cercheremo di essere al meglio per alzare la nostra competitivà, e resettarci subito, a prescindere dal risultato, per crescere ancora in vista della gara successiva. Oggi siamo in una classifica molto compressa, ma ancora molto variabile, quindi pensiamo solo alle singole gare senza farci allontanare da troppi pensieri”

Infermeria? “La squadra è a posto. Ci può essere qualche acciacco ma non può e non deve fare notizia. Differente il discorso di Mancinelli, che sta progredendo facendo lavoro differenziato ma comunque fuori dal gruppo squadra”

Lugic come va? “Ha trascorso una settimana confermando le caratteristiche che ci aspettavamo, ovvero una taglia importante per un 3 che può giocare 4, ha buona presenza e buon atteggiamento. E’ stato accolto nelle modalità giuste, si è posto con modi corretti”

Il video, grazie a Sportpress



FOTO DI VALENTINO ORSINI/ FORTITUDO PALLACANESTRO

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