Luca Dalmonte, coach di Verona, è stato intervistato da Enrico Schiavina sul Corriere di Bologna.
Ecco un estratto delle sue parole.

La Fortitudo fa l'impresa quando è ridotta a pochi uomini? Mah, io dico un'altra cosa: nonostante tutto quello che è successo, la Fortitudo è sempre profondissima. Ho in mente l'immagine della panchina al momento della palla a due: Mancinelli, Rosselli, Amici, McCamey, Pini. Chi è che può permettersi di iniziare una partita lasciandone cinque così a sedere? E' questa la sua vera forza.
Al momento però hanno solo "mezzo" americano? Vero, ma se una squadra già forte aggiunge in corsa Rosselli poi diventa un lusso che per un po' ci si può anche permettere. Come Trieste, giocano a carte scoperte col chiaro obiettivo di andare in A. Giovedì sera avevamo una sfida tra prima e seconda, oggi abbiamo due prime. E si ricomincia.
Con Comuzzo le cose sembrano andare meglio? Questa storia mi fa ridere. Sappiamo tutti che tra Boniciolli e Comuzzo c'è un rapporto fortissimo, cementato da mille battaglie. I critici a oltranza ogni tanto dovrebbero far riposare le dita e allontanarsi dalla tastiera, vivremmo tutti un po' meglio. Oggi è Comuzzo a dirigere ma con lo stesso spartito di Boniciolli. E' come se fossero la stessa persona, magari con caratteri diversi ma di certo con le stesse idee di basket.
Verona ne ha vinte 9 delle ultime 10... E' un buon periodo ma siamo una squadra giovanissima, pensata sul lungo periodo, magari buona per provarci l'anno prossimo, quando ci saranno tre promozioni. Questo è un momento di crescita ma il processo è ancora lungo e non deve considerarsi completato. Per noi sarà durissima, la Fortitudo ha presenza difensiva, fisicità, può essere aggressiva coi lunghi, oppure dura con gli esterni che hanno anche taglia, sarà importante anche saper leggere i quintetti. Una vera prova di maturità.

RAMAGLI: ORA GIOCHIAMO MEGLIO A PALLACANESTRO, CI MANCA UN PO' LA CONTINUITA'. QUESTO E' LO STEP VINCENTE PER SASSARI
BIGNAMI CASTELMAGGIORE - UPEA CAPO D'ORLANDO 93-91