Luca Dalmonte è stato sentito da Enrico Schiavina per il Corriere di Bologna. Un estratto dell'intervista.

"Dopo la Turchia una notte quasi senza dormire, una partita fisicamente durissima, Banks che si è fatto male e non abbiamo ancora idea di che problema sia. Ma non mi lamento, è così e basta. Bisogna farsi trovare preparati a tutto.
Come abbiamo fatto finora? Con il lavoro di tutti: società e staff, che allargo a quello medico, mai così importante vista la situazione. E ovviamente dei giocatori: da parte loro c'è sempre stata grande collaborazione.
Prendiamo meno punti? Sono cifre che nascono anche da diverse scelte offensive. Abbiamo deciso di virare verso un attacco equilibrato, abbassando il numero di possessi della partita si abbassano fisiologicamente i punti degli avversari. Poi, chiaro, bisogna anche darsi da fare quando hanno la palla gli altri.
Cambiare gli obiettivi? È tutto ancora in divenire, non ha senso parlarne. Per il contesto in cui nasce, la partita più importante di tutte è quella di domenica con Trieste. Per le condizioni della squadra, l'avversaria diretta, il momento. Poi è l'ultima dell'andata e dopo staremo fermi due settimane perché riposiamo. Inutile guardare più avanti.
Aradori-Banks non sembrano in grado di accendersi assieme? Può anche essere, ma andrebbe anche bene così: quel che serve in campo va sempre messo in relazione a quel che fanno gli avversari. Ma vale per tutti: l'importante è restare collegati, dare quel che serve. E non credo che nessuno sia all'inseguimento delle proprie cifre personali.
Totè? Più di tutti ha saputo aggredire le opportunità. Nessuna magia: lascio tutti i meriti a lui. Cerco solo di accompagnarne la crescita, che non deve essere finita qui.
La Effe dopo 25 anni? È tutto dentro, nascosto, ma Bologna resta Bologna e la Fortitudo resta la Fortitudo. Lo sento, lo respiro, anche so ho scelto di non essere social, anche se non c'è contatto con la gente. A parte un incontro brevissimo, con tre tifosi, il giorno della mia presentazione. Mi hanno solo detto: "tu sai già tutto". In effetti era così. Non sono populista, ma il concetto credo sia sempre attuale. Di recente mi ha colpito un discorso del Papa sullo sport, parlava di condivisione e senso della comunità. Oggi più attuale che mai."

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