Presente come il compagno di squadra Paolo Paci alla fiaccolata contro la violenza sulle donne, Valerio Cucci è stato sentito da Luca Bortolotti di Repubblica sull'argomento. Un estratto delle sue parole.

"E' un tema che sento molto, esserci è stato toccante. Forse fa strano che il colpevole sia una persona, tra molte virgolette, vicina a me in quanto sportivo, ma non importa realmente cosa facesse nella vita, non è giusto fare parallelismi o cercare una storia, un contesto specifico. C'è un uomo che ha ucciso una donna ed è ingiustificabile. È un atto atroce e basta. Bisogna rispettare l'essere umano davanti a noi e imparare a vederci una persona e non un uomo o una donna, un nero o un bianco.
In una società civile da secoli radicata nel patriarcato, anche nello sport dove giustamente le donne cercano di ottenere i loro diritti e doveri. Il primo grande passo deve farlo lo Stato riconoscendo lo status di atlete a tutti gli effetti, non è accettabile ad esempio non ci sia il professionismo nel volley femminile. Anche lo spazio sui media è determinante: alle ragazze della Virtus auguro la miglior sorte, hanno avuto la fortuna di trovare chi ha scelto di investire tanto pure nel femminile, ma per far crescere il movimento non deve esserci bisogno di tanti Zanetti, serve la spinta dello Stato.
Lo sport femminile? È una vergogna il fatto che si cada sempre nelle battute da bar. L'errore parte da quando andavo a scuola e c'erano sport per donne e sport per uomini, mia nipote di dieci anni lo dimostra: fa nuoto, kung fu, calcio e basket, come tutti i bambini non giudica per etichette ma per quel che la emoziona"


(Foto Fortitudo Pallacanestro Bologna 103)

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