Alla fine ci possono essere anche partite come queste, dove la Fortitudo perde contro una squadra forte per il semplice fatto che le manca qualcosa per chiuderla a proprio favore, senza rimpianti e senza, soprattutto, impressioni mefitiche come in tante altre situazioni precedenti. Buona gara, 35' di completa parità, poi a Cremona qualcosa è entrato, a Bologna no, fine della festa. Niente di irreparabile, ma per dire: a Cento gara 1 venne strapersa ma con l'impressione che si sarebbe potuto solo migliorare, ieri si è semplicemente perso, ma facendo abbastanza bene. Abbastanza, che non è bastato.

Brutta gara degli esterni, con Banks e Aradori troppo statici per aggirare le difese fisiche di Cavina, e con la difesa sul tiro da 3 latitante come in tante precedenti occasioni. Bene ma non benissimo a rimbalzo, specie in difesa, la Fortitudo ha peccato per non aver allargato il vantaggio in un primo tempo di squisitezze offensive (17/26). Ma 9 tiri dal campo dei bomber designati in 60' complessivi, al netto di qualche facile appoggio in contropiede, spiegano che è qua che si dovrà lavorare. Soprattutto. Anche perchè va bene avere punti distribuiti - il primo ad andare in doppia cifra è stato Cucci, quasi a metà terzo quarto - ma un go to guy serve, nei momenti difficili. E ieri questo non c'è stato.

Ed ero contentissimo - Sempre meglio il redivivo Panni, sempre puntuale l'altrettanto redivivo Barbante. La panchina cresce nella giornata in cui latitano i titolari.

Non me lo so spiegare - Detto di Banks e Aradori, e del poco Candussi, una nota di pura cronaca. E' stato fatto notare come, dei protagonisti delle recenti diatribe interne alla società, a gara 1 di semifinale fosse presente, oltre al consigliere del presidente Sbezzi, il solo Matteo Gentilini. Vero che si può essere ottimi dirigenti anche da remoto, ma in momenti come questi, forse, servirebbe anche qualcosa di più. O di normale, magari.

(Foto Mauro Donati)

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