Partire senza forse tanta voglia di sbattersi, capire a partita in corso che non è giochicchiando che si portano a casa le vittorie, stringere i denti e passare, in mezza gara, dal -13 al +18, con un 56-25 di parziale. Così la Fortitudo stritola Roma, dando l’impressione ad un certo punto di essere la classica squadra di altra categoria che, quando vuole, può fare davvero come le pare. Arriva quindi la finale, la seconda per Antimo Martino che già lo scorso anno ebbe cotal esperienza, sperando per lui che stavolta vada meglio. Comunque, una Effe al contrario di tante altre volte: stavolta, il bello è arrivato dopo l’intervallo.

Inizio anche godibile, con squadre che si tirano in faccia, e con le giocate in area di Rosselli a sfidare, dall’altra parte, l’aerazione tra vari scomparti. Solo che, stavolta, il ribaltar di panchine aiuta Roma e non la Fortitudo, che si ritrova con qualche nervosismo di Delfino, un antisportivo di Venuto, e dall’altra parte verve di Baldasso a prendere il testimone dopo i gol acrobatici di Santiangeli. Bene Roma, meno bene Bologna, 19-28 al 10’.

Si continua a giocare con la terza marcia come successo ieri, ma la differenza è che Roma non è Biella, e a lasciarla tirare senza vera opposizione non è che si faccia un affarone. Prandin e Sims quasi si divertono, ad un certo punto si è 30-43 beccando 3 punti al minuto, e serve svegliare gli starters per evitare che la cosa diventi problematica. Funziona, c’è maggiore convinzione, si fa 44-47 al 20’.

Salta magari un po’ il piano dello spalmaminutaggio, ma è con i big che la Fortitudo aggiusta le cose e si rimette del tutto in partita. La difesa torna a chiudere meglio, ma è soprattutto l’attacco che decide di evitare superficialità e affini. Specie andando in area da Mancinelli, che aggira Sims e lo uccella varie volte a proprio piacimento: da 49-54 a 66-59 in pochi attimi. Ci prova l’ennesimo figlio di Alibegovic (Amar, alla sua prima volta contro la F), ma il capitano tripleggia, 69-63 al 30’.

Si attiva finalmente anche Delfino, ed è impressionante come Roma si afflosci al primo urlaccio bolognese. Diventano 10, diventano 15, diventano quasi 20 (88-70) prima che un eccessiva foga nella ricerca della doccia finale permetta agli avversari, tra una recuperata e l’altra, di avvicinarsi fino al -9. Troppo tardi, non ci si preoccupa più di tanto, a domani.


( Foto Fabio Pozzati/ebasket.it )

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