Un copione visto tante di quelle volte che un osservatore non affezionato alla Effe potrebbe chiedere il rimborso per film già visto, ma che poco conta se alla fine permette a Bologna di fare 2-0. Prima parte di attesa, con qualche sofferenza e pochi punti di riferimento, poi al primo vantaggio esterno (dopo le scaramucce iniziali) si alza la bolgia, arriva la fischiata contraria che smuove l’ambiente, e dopo non c’è più partita. Con Verona a sparire dal gioco impaurita di tutto, e la Fortitudo che ringrazia e porta a casa, senza davvero mai dover patire, dopo il tecnico a Pozzecco arrivato a metà terzo quarto sulla parità, o quasi. Va bene, va bene così.

Si parte con una continua e spasmodica ricerca dell’attracco in area, Mancinelli o (poi) Pini che sia, andando a circumnavigare così le alchimie tattiche zonaiole scaligere. Funziona a tratti, il necessario prima per tenere a bada Verona e i suoi contropiedi, e fin troppo dopo, quando Italiano allarga il campo, mette due triple, urla in modalità Tardelli, porta al +8 (25-17) arrotondato poi al 25-19 del 10’.

Al ribaltar di panchine, non segna più nessuno, nel più classico dei ciapanò: la prima a risvegliarsi è Verona, che ci mette 3’ per il primo gol e altre due azioni per il pareggio. Serve far verticalizzare un po’ Amici e riesumare Rosselli per finire la dieta totale, ma si va avanti a spizzichi e bocconi, tenendo il nasino avanti senza slanci né sorpassi, soffrendo gli altrui balzi, gestendo fino al 36-35 del 20’.

Sempre troppo svagata e priva dei canonici punti di riferimento, la Fortitudo resta in galleggiamento in attesa di capire cosa passi il convento, prendendo la via dello svantaggio (41-43) ma trovando in Pini quello che serviva, in area, per concretizzare. Arriva il tecnico a Pozzecco che, come visto già mille volte a queste latitudini, è la scossa sia per la squadra che per la bolgia: Verona si spaventa e per 5’ nemmeno si avvicina a segnare, e la Fortitudo segue canovacci già noti, fino al 56-46 del 30’.

Ormai tradita dai propri americani, Verona non affonda perché ci sono due triple di Pletti, ma ormai l’inerzia, la famosa inerzia, è tutta dalla parte bolognese, con Fultz a farsi perdonare un primo impatto poco positivo e la truppa a portare il veliero in porto senza rischi di trovare scogli, boe impreviste, chissà cosa altro. Niente altro da segnalare, 2-0, si riparte sabato.

2 APRILE, IL GIORNO DELLA FORTITUDO VITTORIOSA A REGGIO EMILIA E DI TEO ALIBEGOVIC
BIGNAMI CASTELMAGGIORE - UPEA CAPO D'ORLANDO 93-91