Daniele Cinciarini è stato intervistato da Damiano Montanari su Stadio.
Ecco un estratto delle sue parole.

Pozzecco ha definito Cinciarini, Mancinelli e Rosselli i tre americani della Fortitudo. Sono contento delle parole del Poz. Conosce me, Mando e Guido da una vita. All'inizio della stagione sapevamo che io e Mancio saremmo stati i punti forti della squadra. Poi è arrivato Rosselli che ha alzato l'esperienza e la qualità. Mi sento un leader e sono contento di non essere l'unico: una squadra che ha tanti punti di riferimento è più difficile da fermare. Questa è la nostra forza. Abbiamo un gruppo di grande qualità.
Come è cambiata la Fortitudo con Pozzecco? Seguendo le orme di Boniciolli, ha sistemato alcuni dettagli in difesa, creando un sistema efficace di meccanismi anche in rotazione una volta che siamo battuti, e ha aggiunto, al momento, due nuovi giochi in attacco. Ma l'apporto maggiore che ha dato è in termini di motivazione e di energia. Vuole la massima serietà sul lavoro, poi fuori dal campo è sempre pronto a farci una battuta.
Sembra che si relazioni come un compagno di squadra? Sono d'accordo. Avere un allenatore che è stato un giocatore è un grande vantaggio, perché comprende i giocatori meglio di chi magari ha un grande bagaglio tecnico ma non ha mai giocato. Faccio un esempio. Per spronarci, quando perdiamo i palloni, ci sono i "suicidi" Il Poz li fa con noi. Ci fa vedere che ci vuole bene.
McCamey è in difficoltà. Deve cercare di stare tranquillo. In allenamento si impegna sempre, ma i risultati ancora non sono arrivati. Noi gli stiamo dando una mano. Il segreto, nei momenti difficili, è lavorare e partire dalle cose semplici. Poi c'è il fatto che siamo undici giocatori ed è sempre un po' difficile gestire la situazioni di tutti. Nei playoff sarà un vantaggio, in regular season è una situazione da affrontare nel modo migliore.

(Foto di Fabio Pozzati / Fortitudo Pallacanestro Bologna)

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