Voti sparsi qua e là, un po' da Boniciolli che nelle ultime settimane ha alzato il suo sulla Fortitudo, un po' da chi ha dovuto giudicare un 2015 che sicuramente non è stato il peggiore degli anni possibili, in casa biancoblu. Parlando di campo, di certo le cose vanno meglio di come non andassero a metà autunno, nonostante si giochi ancora con uno straniero in meno: in casa non si perde, in trasferta ci si è accorti che si può anche non perdere, ed ecco che la Fortitudo arriva all'ultima di regular con la sua collocazione nella parte sinistra della classifica, con tanto di speranza (flebile, servirebbe una epidemia collettiva) di arpionare il quarto posto e qualificazione alle finali di Coppa Italia. Cose non scontate, per chi deve ragionare sul da dove si viene e non piuttosto sul chi eravamo.

Tutto questo nelle settimane in cui si è tornato a parlare, quasi inaspettatamente, di mercato. In maniera quasi controcorrente, dato che si era sempre ragionato sul contenimento dei costi (ricordate il bagno di sangue della faccenda Radic?) e sull'obiettivo di far crescere questo gruppo più che sul modificarlo. Vero che l'argomento non poteva essere d'attualità prima d'oggi, vista la chiusura delle finestre per le modifiche, ma qualche interrogativo ce lo si può porre. Si ragiona su un lungo e su un esterno, scoprendo che oltre al nostro idolo Quaglia anche Iannilli è in bilico (verso Tortona con in arrivo Rezzano, secondo il borsino più recente) - con nasi storti tra la tifoseria - e che nel settore piccoli qualcuno potrebbe non essere tranquillo. Sorrentino, malgrado ora sia un giocatore del tutto diverso (in meglio?) rispetto a 12 mesi fa? In sincerità, non ce lo si aspettava, anche perchè gli obiettivi parevano fondati più sul lungo periodo che non sul "tutto subito", come ripetuto spesso da chi ha fatto presente che scegliere di dare spazio ad un 1997 piuttosto che cercare un americano nel suo ruolo è figlio di una specifica ideologia. Ci saranno dinamiche a noi celate, crisi di rigetto e qual dir si voglia: l'allenatore fa bene a dire nessuno è coglione da mandar via qualcuno di buono. Vedremo, con la curiosità di chi, osservando, è rimasto sorpreso.

Chieti, quindi. Curioso che nella settimana smossa dalle foto pubblicate da Stefano Mancinelli si giochi proprio laddove l’ex Fortitudo è nato. Antica erede di quella realtà che fece della A2 oltre trenta anni fa, la società attuale è figlia di qualche spostamento di diritti (2007 da Roseto) ed era arrivata da qualche anno in terza serie, sfruttando poi come tutte la fusione tra categorie per fare un ulteriore passo in avanti. Per ora la squadra abruzzese sta viaggiando nelle retrovie, con record di 5-9 e già 4 sconfitte su 7 gare giocate in casa. Salutato da qualche settimana Ty Abbott – traslatosi a Treviso – a Chieti puntano per salvarsi sulla coppia di stranieri Lilov (bulgaro arrivato a sostituire appunto Abbott) – Armwood. Il primo è guardia da 15 punti e il 47% da 3, il secondo lungo già visto far più che altro panchina a Trento e ora a 14+10. Attorno c’è l’interessante play 22enne Diego Monaldi (10 di media), l’esperto lungo Marco Allegretti (12 di media) e l’affidabile ala Luigi Sergio. Chieti è classica squadra capace di tutto nel bene come nel male, che in casa non vince dall’undici novembre quando ventellò contro Trieste, e che nelle ultime due trasferte ha fatto saltare Legnano e tritato 89-59 Matera.

Si gioca ore 18, dirette canoniche su Nettuno e LNP Pass.

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PESARO - FORTITUDO SUPERCOPPA 2001, PAGELLE E STATISTICHE