Mario Chalmers è stato ospite di "Sport Club" su èTV.
Ecco alcune delle principali dichiarazioni del playmaker della Virtus.

Sono felice di far parte di questa società. Io sono un vincente e sono qui per vincere, è questo l’obiettivo. Penso sinceramente che abbiamo tutti gli elementi per competere ad alto livello, e abbiamo un nuovo allenatore che sta insistendo molto sulla difesa e il gruppo si sta rafforzando per competere con chiunque.

La prima differenza qui in Europa è la palla. I materiali sono diversissimi, la pelle è più scivolosa mentre nell’NBA ha un’aderenza diversa. La palla per un playmaker è fondamentale quindi devo abituarmi e allenarmi nel ball-handling.

Penso di essere all’85-90% per cui con qualche altro allenamento per la prossima settimana conto di essere al 100%.
Il mio contratto è fino a fine stagione, ma la società crede in me e c’e l’opzione per rimanere. La Virtus è stata la mia prima opportunità di venire in Europa, mi hanno contattato loro e credo di essere stato fortunato che mi abbiano scelto. Ho amici che giocano in Europa quindi conoscevo già il basket europeo. Andrò al Big3 questa estate quando avrò concluso il mio impegno con Bologna, il mio primo dovere è fare bene qui e andare più avanti possibile. Giocare a basket per me è la cosa più importante, permettere ai miei bambini di vedermi giocare in America per me è la prima cosa e non facendo la Summer League cosi potrò sicuramente tenermi in forma. Ho 4 figli, uno appena nato.

Le cose in cui sono più bravo sono fare il playmaker e tenere la squadra calma e in equilibrio. Conosco i miei ragazzi e posso tenere calmi e concentrati sul gioco Kevin e Tony. Siamo amici e ci siamo trovati bene da subito. Giocare con Tony è stato naturale e non vediamo l’ora di trovarci in campo insieme, ne parliamo ogni giorno anche in allenamento. Possiamo giocare negli stessi ruoli ed essere imprevedibili per gli avversari. Penso che avremo grande feeling di gioco. Penso di poter aiutare molto i miei compagni con la mia esperienza e parliamo molto sia in allenamento che in panchina. Mi piace creare questo feeling di gruppo unito.
Mi piacciono Pajola e Cappelletti che è anche il mio compagno di camera, sono giovani e mi trovo molto bene. Sono entrambi futuribili, dipenderà anche dalle occasioni che avranno ma le sensazioni sono buone.

Sicuramente Il coach ci sta dando molto, come ho detto soprattutto quanto a mentalità difensiva e penso che giocatori come Kevin avessero bisogno di una guida come lui, ma vale per tutti noi. Tutti riconoscono il suo carisma. Non l’ho visto giocare da giovane, ancora, ma è molto importante per noi sapere che grande giocatore fosse. Un campione di quel livello sa quanto è importante lavorare, allenarsi duramente ogni giorno anche fino alle 8 di sera. È un “big worker” senza dubbio.

Gli allenamenti rispetto all’NBA sono non sono troppo diversi: intensità e lavoro sono uguali ma qui ci si allena due volte al giorno mentre là una sola. Anche nella preparazione tattica della partita ho notato le stesse modalità.

A livello di sistema non ho preferenze nel gioco con il centro: va bene sia un centro mobile che uno più statico tutto dipende da come si sviluppa la partita e dagli avversari. Io sono molto competitivo quindi voglio sempre scendere in campo quindi io ci sarei andato,ma rispetto l’allenatore che vuole il bene della squadra e mio.

Domenica non so perchè ero in tribuna, è stata una scelta del coach. Non possiamo stare tutti in campo e domenica aveva deciso che toccava a me perchè devo allenarmi ancora per essere pronto al massimo ad aiutare i miei compagni.

Quando sono arrivato per me era tutto nuovo e pensavo solo a dare il massimo, non mi sono pesate le situazioni che c’erano intorno anche se sono successe molte cose. Però è vero che ho chiesto a Tony perchè in FIBA non si giocasse il supplementare. Sono ancora un po’ confuso da questa cosa, perchè sapevo che o si vince o si perde nel basket.

Il mio obiettivo quest’anno come persona è provare che sono ancora il giocatore che ero prima dell’infortunio e lo voglio provare prima di tutto a me stesso.

È difficile dire se tornerei nell’NBA adesso. L’NBA è sempre un sogno ma anche in Europa si possono imparare tante cose. Sono libero e farò quello che è meglio per me e per la mia famiglia.

Nell’anno del titolo con Lebron mi sono sentito benissimo, è stato un sogno essere a Miami dove vivo e vincere con lui e con Wade che è uno dei miei piu grandi amici e compagni che ho sempre stimato.

Io sono un enorme fan di Michael Jordan,sono cresciuto con lui e lui per me sarà per sempre il numero uno. Lebron è sicuramente un grande competitor. Adesso è un giocatore anche migliore di quando abbiamo giocato insieme, è cresciuto moltissimo anche a livello di mentalità.

Io penso di avere personalità e non mi lascio sicuramente intimidire da chi dice di essere più bravo o più grosso. Con Lebron siamo ancora in buoni rapporti e mi ha augurato buona fortuna quando sono venuto qui. Non ricordo cosa ci siamo detti quella volta in campo, è passato tanto tempo. Oggi il basket è business. Il fatto di cambiare squadra non è una questione di dimostrare chissa cosa, uno fa cosa è meglio per se e per la propria famiglia. Lui vuole portare avanti il più possibile la sua carriera ed è giusto che vada dove puó dare il meglio.
Il momento più importante che ricordo della NCAA è sicuramente l’ultimo tiro contro Memphis, che ci ha portato alla vittoria. Quel tiro in america viene addirittura chiamato Mario’s Miracle.
Il tifo è fantastico qui, porta grande energia i tifosi sono infuocati come nell’NCAA.

Ho un’associazione, la Mario Chalmers Foundation, che aiuta i bambini di strada e che vuole fare aiuta la ricerca sul cancro al seno tramite un ospedale a Kansas. La mamma di un mio amico è venuta a mancare nel 2016, io sono nella posizione di poter aiutare e voglio farlo.

Riguardo alla musica mi piacciono rap, rnb e il jazz perche mio padre era un grande fan e mi ha trasmesso questa passione, è la mia comfort music. I miei hobby fuori dal campo sono passeggiare, guardare film, giocare a biliardo. Non sono un grande fan della discoteca, ma mi hanno detto che Jack (Bonora) è un vero esperto.

Qualcuno può battere Golden State? Penso di si. Non sarà facile,ma penso Houston ce la possa fare.

Devo ancora abituarmi a Bologna, non sono uscito molto, non ho avuto tempo, ma posso dire che il ristorante Comodo è molto buono. Esco con Kevin e Tony. Non ho ancora provato i tortellini che tutti mi dicono di provare, per ora ho mangiato i gamberi fritti.

In Virtus il più simpatico? Io, Kevin o Kelvin!

Il video integrale della trasmissione.

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