Pare ormai entrata nell'ottica del quando e non più del se, la Fortitudo, quando pensa all'ipotesi promozione. D'altra parte con il calendario che non prevede asperità (almeno come qualità sulla carta delle avversarie, visto che comunque degli obiettivi li hanno tutti) e la squadra che pare comunque attrezzata all'ultimo sforzo, servirebbe davvero una tafazzata storica per non arrivare alla fine. E va bene essere la Fortitudo, e va bene avere una storia di harakiri che nemmeno la Rettore (cit.), ma qui servirebbe davvero uno sforzo sovrumano, per non chiuderla. Poi fa bene Martino a lasciare che siano gli altri a cantare, in primis l'ottimo Andrea Tedeschi che se mettesse su Spotify la sua performance ugolante di domenica scorsa potrebbe diventare quello che Mino Reitano fu per Italia Italia. Ma non si può nemmeno biasimare una platea che vuole mettersi alle spalle 10 anni di Faraoni Magni, Comtec, pagamenti a video, scissioni, Coste Volpino e compagnia bella.

Allora, cosa si deve fare per evitare l'Apocalisse? Si dice che la Effe è padrona della propria situazione, e questo è fuori discussione: se si vince, non si viene raggiunti. Ma è vera anche un'altra cosa: se quelli là smettessero di correre, qua si potrebbe iniziare a festeggiare senza bisogno di tirarsi il collo fino al penultimo. E allora occhio sia là che qua, facendo il conto di quanto manca, non farsi prendere nè dalla fretta nè dal braccino, evitare eventuali precocità nel raggiungimento della gioia, e massima attenzione. La squadra finora di passaggi a vuoto mentali non ne ha avuti, e si dovrebbe andare sul sicuro. Ma accidenti, è sempre la Fortitudo, e allora meglio stare attenti.

Cento, quindi. Sembrano lontanissimi i tempi di inizio campionato, quando facendo 4-2 la Benedetto veleggiava nella parte sinistra della classifica sognando anche i playoff. Poi c’è stato il risveglio, fin troppo brusco, fatto di acciacchi vari, serie di errori collettivi e l’infortunio di James White (un marziano per la categoria): da quel giorno il record è un demoralizzante 2-17, ovvero 6 sconfitte di fila, la vittoria a Imola del 23 dicembre, altri 3 KO, l’esonero di Giovanni Benedetto – il coach della promozione – e l’arrivo di Luca Bechi. Che ha vinto all’esordio, ma che da quel giorno (20/1) non ha più festeggiato, e ora sono altri 8 smacchi di fila. Ultimo posto in classifica, quindi, anche se le avversarie non sono fuggite e di speranze ce ne sono ancora: in settimana è stata confermata la fiducia al coach (che è 1-8, quindi), e a Cento sperano che il recupero di White, rientrato da due giornate, faccia il miracolo. Accanto all’alona (21+8) si spera in Taylor, play da 21 di media nelle prime tre uscite. Poi, l’ex Fortitudo Chiumenti, e l’ala Taflaj, giocatore arrivato da poco nell’ambito della rivoluzione che Cento ha effettuato qualche settimana fa per girare la tendenza. Cosa, fin qui, non andata a buon fine.

( Foto Fabio Pozzati/ebasket.it )

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