CDR, L'ITALIA E LA SALSA ALFREDO
Sarà anche andato d’accordo con i compagni, ma il fuori dal campo, per Chris Douglas Roberts, non deve essere stato il massimo. Così, direttamente sul sito dei Lakers, CDR è tornato a parlare della sua esperienza in maglia Virtus. Ho deciso di andare in Italia subito, quando c’è stato il lock out, e rifiutando varie proposte ho scelto Bologna e la Virtus, perché volevo solo giocare a basket. La mia fidanzata Raven era incinta ed è venuta con me, ma non sapevamo a cosa andavamo incontro. Condizioni di vita non buone, casa piccola e nessuno che parlava inglese. L’acqua calda è arrivata solo nella nostra ultima settimana, e per fare il bagno alla nostra piccola Ze Alexandria dovevamo prendere l’acqua dalla cucina. C’erano viaggi di sei ore da fare in pullman senza mangiare, e dormivamo in stanze da due letti: per uno alto come è me non è mica facile. Ho imparato tante cose, l’esperienza mi ha fatto crescere come uomo e come giocatore, avendo a che fare con compagni di tante nazionalità: nello spogliatoio si parlava di ragazze, ed era divertente ascoltare le stesse storie che si ascoltano ovunque, in un inglese semplice ma comprensibile. Poi si mangiava pasta tutti i giorni, tutti i giorni, là è così, pasta con pollo alla griglia. Io chiedevo la salsa Alfredo, la salsa bianca, e mi guardavano come se fossi pazzo. Così uno dei miei compagni (Poeta, ndr), mi ha spiegato che la pasta americana è un po’ come il rap finlandese, dicendomi che la pasta americana non è quella vera. Poi la musica, ascoltano rap normale e non il gangsta rap, vogliono che nelle radio ci siano Alicia Keys e Jay-Z, non ci sono mix come Meek Mill, perché non lo ascoltano.
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