Il "Memorial Boniciolli" prima. I rischi di infarto pozzecchiani ora. O è il Maestro che incute timore ai propri superiori per poi fare da supplente (si scherza, eh?), o la panchina Fortitudo che sarà anche per molti il posto più bello dove sedersi, ma che nelle più classiche delle nemesi è anche qualcosa che non ti fa dormire la notte. Fortitudino Matteo, fortitudino Gianmarco, al punto da chiedersi se, per non evitare di averne prima o poi uno sulla coscienza, non si dovrà per il futuro bussare a porte di provata fede concorrente. Ma intanto, al netto delle patologie panchinare, la squadra è in semifinale. Forse obiettivo minimo per chi punta alla promozione, ma nemmeno scontato, nell'imbuto dell'uno su trentadue. Giusto segnalare la continuità del progetto, ma anche che, prima o poi, servirà lo step successivo. Che passerà dal dover vincere fuori casa, ora che i due turni con il fattore campo sono già stati utilizzati, e ora che solo un eventuale giro finale con Treviso riporterebbe una serie con le tre gare al Paladozza.

Ci si arriva con squadra asciugata nelle rotazioni, con Pozzecco che per forza o per amore ha preferito affidarsi agli anziani e/o titolari più di quanto non facesse il suo predecessore, e che comunque tanti problemi di ossigeno non ne ha avuti. Siamo vecchi, oltre le rughe c'è di più ha più o meno detto Rosselli dopo Verona, parafrasando quelle due là che sgambettavano duemila sanremi fa. 35' fissi per il trio Cinciarini-Rosselli-Mancinelli, spesso ci arriva anche il meno vecchio Okereafor, e chissà se la scelta sia dovuta all'ottimo momento di forma di questi, o se invece ancora non c'è piena fiducia negli altri. Con Italiano che gioca minuti intensissimi, ma poi ti accorgi che non sono mai più di 5-6, con Fultz che pecca di discontinuità agghiaccianti, tra passaggi ai bibitari e momenti in cui è lui a decidere le gare. Con Amici che sarà rimesso nei 12 ma che non è soggetto a cui affidarsi alla cieca. E con McCamey che, ormai, pare più adatto a fare foto con i tifosi che non a girar partite. Eppure, questa squadra che non sembra scaldare la gente più di tanto, e che fin da settembre fa storcere nasi (senza Boniciolli, però, molti di questi nasi sono tornati dritti), è a 6 vittorie dalla serie A.

Casale, quindi. Unica superstite del girone occidentale, e già lo era nei quarti di finale, e novità nel novero delle avversarie Fortitudo, riprova l'attacco alla Bologna cestistica dopo averne attinto sia a roster che altrove, e dopo aver preso picche nella passata stagione, svanendo 1-3 contro la Virtus. Allenata da Marco Ramondino, promettente (si può dire per un allenatore 36enne?) già visto in città come vice di Markovski nell'ibrido BBB e con il futurvirtussino Marco Martelli dietro le scrivanie, i piemontesi si affidano alla coppia straniera ala-pivot Sanders-Marcius, e ad altre facce, come detto, non inedite su questi schermi: l'antico Blizzard, l'ex giovane Martinoni, o quel Cattapan passato anche dall'Arcoveggio. Per Casale una regular season da 22-8, con solo 2 KO casalinghi (Latina e Tortona) e primo posto conquistato andando a far saltare, nello scontro diretto dell’ultima di campionato, il campo di Scafati. Si tratta della miglior difesa, come punti subiti, di tutta la A2, comunque.

2 APRILE, IL GIORNO DELLA FORTITUDO VITTORIOSA A REGGIO EMILIA E DI TEO ALIBEGOVIC
BIGNAMI CASTELMAGGIORE - UPEA CAPO D'ORLANDO 93-91