Nel ventennale della Coppa Italia Fortitudo, che ricorre in questi giorni, Carlton Myers ha rilasciato una lunga intervista a Enrico Schiavina sul Corriere di Bologna.
Ecco un breve estratto.

Vent'anni dalla Coppa Italia? Eh, il tempo corre. Io sono uno che non sta troppo a ragionare sul passato, però è vero, il tempo cambia un po' la percezione delle cose. Ma come ho sempre detto, quella vittoria resta per me indelebile e importantissima.
Meno dello scudetto, dell'Europeo, dell'essere stato portabandiera? Cose diverse. Certo, il prestigio dei titoli non si discute, e quella resta solo una Coppa Italia. Eppure per me aveva un significato fortissimo. Avevo vinto un argento con la Nazionale agli Europei 1997, ovviamente importante, ma non avevo ancora vinto un trofeo, nonostante tanti sforzi. Proprio come la Fortitudo. Ci tenevamo troppo. E io avevo troppa fame.
Un flash di quel giorno? Due. L'abbraccio a Valerio Bianchini, io che piangevo e lui sorridente ma tranquillo. E poi una frase di David Rivers, durante la finale. Stavo marcando Henry Williams, cliente difficilissimo, mettendocela tutta, ma a un certo punto mi va via. Un attimo dopo però sbuca Rivers dal nulla, gli ruba palla e va in contropiede a segnare. Tornando mi dice "Non ti preoccupare Carlton, non sei più solo". Quella frase mi ha segnato. Credo che questa sia la prima volta che la racconto.
Nel 1998 ci fu anche la rissa di Eurolega... Grazie a Dio l'unica della mia carriera. Che poi alla fine quella volta non si è fatto male nessuno, e comunque le intenzioni non erano brutte così come si può pensare oggi, magari rivedendo le immagini. Ciò non toglie che fu uno sbaglio: non si doveva arrivare alle mani.
La rissa di Alessandro Gentile? Un momento spiacevole, ma proprio perchè ci sono passato anch'io non mi sento di giudicare né di condannare nessuno. Ci sono quei momenti nella vita in cui l'istinto prevale su tutto il resto: non dovrebbe succedere ma succede.
Non ci sono più le risse di una volta? Tante cose di una volta non ci sono più. Anche di Danilovic, oggi, in giro non ce ne sono.

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