Buon Natale!

Due parole semplici, che mai come quest’anno sono piene di speranza. Perchè se a Pasqua eravamo in piena prima ondata e tutto il mondo era fermo (o almeno, l’Italia lo era di sicuro), ora vediamo tutti che qualcosa si muove. E se ancora siamo lontani dalla fine della pandemia, ci sono speranze concrete. E soprattutto, il mondo e l’Italia - pur con la seconda ondata in atto - hanno ripreso a muoversi.
Per quel che ci riguarda da vicino, è ripreso lo sport in generale e il basket in particolare. Certo, ci piacerebbe che il pubblico potesse assistere alle partite - in massima sicurezza - e ci piacerebbe che i giovani potessero allenarsi regolarmente, sempre nella massima sicurezza. E' già successo, e il nostro augurio per gennaio è che tutto questo possa riprendere, con tutte le cautele del caso ma anche con grande decisione, perché sport e cultura sono i due settori - fondamentali - maggiormente danneggiati in questi lunghi mesi.
Noi non ci accontentiamo, ma già il fatto che il basket professionistico giochi, seppur a porte chiuse, non è poco. E mai come in questi giorni si capisce l’enorme funzione sociale dello sport, troppo spesso dimenticato e bistrattato dalle istituzioni.

Per cui, che sia un Natale di speranza e un Natale di basket per tutti. Sapendo che da Betlemme arriva - come ogni anno - un messaggio potente: la Vita è più forte della morte. Sempre.

(nella foto la Natività di Jacopo della Quercia, sulla Porta Magna di San Petronio)

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