Davide Bonora è stato intervistato da Luca Sancini su Repubblica e da Enrico Schiavina sul Corriere di Bologna.
Un estratto delle parole dell'ex Verona, Treviso e Virtus.

Williams? Ci conoscemmo a Verona e fu feeling a prima vista. Henry era un americano atipico: te sei basket e Bibbia, gli dicevo. Quando nel 99 lasciammo Treviso, lui per andare a Roma e io per tornare a Bologna, fu un mezzo trauma per entrambi. Era un giocatore clamoroso, poteva batterti ma anche il pubblico avverso s'era comunque goduto un grande giocatore.

Le battaglie contro la Fortitudo? Potrei parlarne per ore. Lo scudetto del 1997 è stato il picco, ma i miei ricordi sono mille. Era alto come me, 1.85, Carlton gli faceva sentire il fisico, ma lui oltre al talento puro aveva una straordinaria forza mentale. Più c'era pressione, meglio giocava.

Fortitudo-Treviso? Per chi segue il basket è sfida con valore appena sotto il derby, è vero che una volta valeva lo scudetto e che questa è A2, poi vai a vedere qui e là e c'è il tutto esaurito. Grazie alle memorie che non vengono rimosse, anche grazie a personaggi come Williams o Myers. Gare che non c'è nemmeno bisogno di prepararle, tanta la tensione che c'è in settimana. Due squadre che potrebbero ritrovarsi a giocare per la promozione in A1. Trieste? La vedo sotto. La Fortitudo è un cantiere aperto, ora avrà un giocatore nuovo e può andare fino in fondo. Treviso ha John Brown, che rimpiango perchè lo volevo a Roma.

Il valore del girone ovest è inferiore al girone est? Direi di sì. Il terzetto Fortitudo-Trieste-Treviso è nettamente più strutturato, la promozione se la giocheranno loro. Dall'altra parte Casale e Tortona sono buone squadre, ma non abbastanza per reggere una serie sulle cinque partite. Poi nel playoff conta tanto il fattore campo, e nessuno a ovest può competere. Forse Biella, ma tengo comunque le solite tre.

COME CAMBIA LA FORTITUDO CON L’ARRIVO DI OKEREAFOR
BIGNAMI CASTELMAGGIORE - UPEA CAPO D'ORLANDO 93-91