Alla vigilia della gara casalinga con Recanati (domenica ore 18, dirette TV Nettuno e LNP Pass), le parole di Matteo Boniciolli.

“La partita di domani è una doppia sfida. Loro sono rivitalizzato dall’arrivo di coach Giancarlo Sacco. Non per infangare la memoria di chi c’era prima, il collega Zanchi, ma con Sacco è aumentata la rotazione, il quintetto si è alzato, sono state chiarite gerarchie e faremo fatica in difesa. Vengono da un buon momento, nelle ultime gare sono pari a noi, e contro Brescia hanno combattuto fino alla fine. Quindi non pensiamo sia facile. Poi, combattiamo la nostra discontinuità: non siamo quasi mai andati oltre le due vittorie consecutive, e spesso le serie sono state interrotte da brutte gare come con Matera o Trieste sbagliando undici liberi. Questa discontinuità non sarà ammissibile, sarebbe bello arrivare a tre vittorie consecutive in questo momento della stagione, oltre al fatto che si farebbe un passo decisivo, non determinante, verso i playoff. Chieti poi ha rilasciato Lilov, e per noi sarà un vantaggio quando verranno qua. Ora giocheremo senza Raucci, e domenica ne abbiamo presi 87: non siamo certi che potremo farne sempre 100, per cui sarebbe importante dare continuità mentale, oltre che tecnica, ad una stagione sempre in crescendo. Abbiamo giocato gare senza Flowers, si è visto quanto lui conta, e non dimentichiamo che abbiamo investito sulla crescita dei singoli e non sull’arrivo di veterani. Abbiamo giocatori convocati dalla Under 20 nazionale, a prova delle scelte giuste, ma ora dobbiamo concretizzare. La solita vittoria di un punto dopo cinque supplementari, questo servirà per raggiungere il nostro obiettivo dei playoff.”

La squadra dopo Jesi non pareva comunque contenta. “Siamo esigenti con noi stessi. A Jesi abbiamo vinto una gara importante ma ne abbiamo presi 87, troppi: l’età mi dona preveggenza inquietante, martedì sono stato molto duro dopo un allenamento mediocre e con giocatori scontenti per il minutaggio. La disciplina è fondamentale, è facile accontentarsi, ma si accontentano i mediocri. Non lavoriamo per vincere tappe, ma per vincere il giro d’Italia, che sarebbe arrivare ai playoff con sette esordienti o giocatori che in A2 scuotevano l’asciugamano. Sono uscito da Jesi contento per la vittoria e meno per l’atteggiamento difensivo, sapendo che qualsiasi tipo di soddisfazione è poi cozzato, dopo, con brutte gare. Saremo contenti solo raggiunti i playoff, intanto, e poi se arriveremo in A1. Altri motivi di soddisfazione non ne vedo, specie se questo porta a brutte gare. E questa è la cosa più difficile nel professionismo, avere sempre fame. Qui si pensa che il lavoro sia guadagnare tanto e tirare a canestro, in realtà devi essere mentalmente attento alla disciplina 350 giorni all’anno su 365. Se sei appagato, poi perdi con Trieste sbagliando liberi, o fai male a Matera. Non fosse successo, potevamo essere quarti o anche meglio: sono cose che i nostri giovani devono imparare, la gioia per le vittorie deve durare un attimo, e si deve subito pensare alla gara dopo. Poi posso passare per rompicoglioni io e vittime loro, ma se non abbiamo mai avuto una serie di vittorie consecutive è per colpa nostra, non per destino cinico e baro”

La condizione di Daniel? “Bene. Lui ha una energia animalesca, quando sta bene sta benissimo, tipo highlander. Ma chi c’è sta bene. Domani mancherà Raucci che comunque forse sarà nei 12 per spirito di squadra.”


(foto Iguana Press)

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