Le parole di Matteo Boniciolli alla vigilia della gara casalinga con Ferrara.

“Per chi fa il mio mestiere, spesso a fine stagione quando affronti una squadra che ti è dietro in classifica il problema non è tecnico quanto trovare motivazioni per sforzarsi. Per fortuna contro Ferrara questo rischio non lo corriamo, di recente hanno distrutto Treviso, ha battuto la capolista e vincitrice della Coppa Italia, e perso di poco a Ravenna. Lo sappiamo, io so di allenare persone responsabili, quindi la distanza di classifica – che testimonia un cammino diverso fin qua – non fa rischiare di sottovalutare l’impegno. In un momento in cui da tutte le squadre, chi impegnate per la lotta salvezza, chi per la lotta playoff, chi per dare un senso alla propria stagione, non potremo pensare di avere regali. Nelle prossime sette gare non avremo un minuto di tranquillità, ora abbiamo i playoff garantiti mentre l’anno scorso a questo punto del calendario non ne avevamo certezza, e il nostro difetto rimane quello di non riuscire ad esprimere cattiveria lungo tutto l’arco della gara: a Forlì è successo come a Recanati o con Jesi, e comunque noi non siamo mai riusciti a dare continuità nel nostro sforzo. Al di là delle sciocchezze scritte in stagione, questa squadra da quando è completa può giocarsela con tutti, non so se siamo i più forti ma nessuno è più forte di noi, anche se a parità di valori sono tante le cose che possono decidere la promozione, come il rompersi di un americano. Comunque, domani sarà una gara di grande importanza, noi poi delle prime siamo l’unica squadra che avrà 4 gare in casa e 3 fuori, quindi dobbiamo cercare di essere bravi mentalmente ancora prima che fisicamente, per sfruttare le nostre qualità, dopo uno straordinario ritiro a Trapani, dove abbiamo lavorato alla grande. E ora dobbiamo concretizzare, cercando di vincere anche solo di un punto contro Ferrara”

Tempo fa ti eri lamentato delle statistiche sui tiri liberi. “Io non mi sono lamentato del numero in sé, ma solo del fatto che la percezione che io avevo è che molti giovani arbitri venissero ad arbitrarci con pregiudizi: in caso di contrasto, fallo contro la Fortitudo. Ho parlato dopo cinque partite, proprio per non avere dubbi, perché gli sforzi che facciamo vanno tutelati anche per rispetto della pallacanestro italiana. Se cerchiamo di avvicinare il sistema di allenamento a parametri europei, facciamo l’interesse di tutti. Anche chi si occupa di arbitri sa che io non mi sono mai lamentato, non sono il tipo di allenatore – e ce ne sono molti – che passa la partita a parlare con loro, in carriera sono stato espulso due volte senza una successiva squalifica, nemmeno una ammonizione, a prova che avevo ragione io. Sono fuori da ogni tipo di sospetto, e questo ha fatto sì – dopo aver parlato con uno degli arbitri che c’era Trieste – che qualcuno abbia ammesso i propri errori. Non mi infastidisce che qualcuno sbagli, ma che contro Treviso, ad esempio, a fine primo tempo fossimo talmente sotto in questa cifra. E’ stato un intervento una tantum, dando una occasione agli arbitri (che ritengo miei collaboratori, senza di loro non si gioco) per far crescere il movimento: io non voglio condizionarli per vincere, ma solo aiutarli per un miglioramento. E con Forlì le cose mi sembrano migliorate”

Valerio Bianchini consiglia a Gentile l’umiltà di scendere in A2. “Io venero Bianchini, non è solo rispetto ma venerazione, e spesso le grandi menti, nel basket, vengono abbandonate. A Roma lo volevo come assistente, così come feci con Zorzi ad Avellino… Io non credo che si tratti di umiltà, so per certo che lui, da voce di chi ha giocato con lui, è un ragazzo leale. Ci sono dei borderline, in tutti gli ambienti di lavoro: io so che lui è un ragazzo che tutti vorrebbero avere in squadra, prima condizione per questo tipo di sport. Un suo momento di difficoltà è dipeso molto da quello che lo circonda: sentirsi dire ogni giorno che è il migliore alla fine rischia di fartelo credere. O che sia sempre colpa degli altri. Allenarsi in un ambiente dove non c’è differenza tra il primo e l’ultimo, in un ambiente stimolante come quello della Fortitudo, e in una squadra che è stata allestita per vincere, gli avrebbe fatto bene. Da noi come da altre squadre, sarebbe stato meglio che non allenarsi tre mesi con il padre: di certo gli avrebbe fatto bene. Lo contattammo prima che andasse in Grecia, e alla luce di quello che è successo sono straconvinto che qui gli sarebbe andata meglio, ma lo dico nel rispetto delle sue scelte successive. Ora starà tre mesi al Palalido con suo padre, va bene così”

La Coppa Italia? “Non l’ho vista”

La data del derby di ritorno? “Dal punto di vista professionale, un giorno non cambia. Per il resto mi astengo. Così come eventuali cambi di sede per i playoff”

Il video grazie a Sportpress




(Foto di Fabio Pozzati)

FORTITUDO, AUMENTO DI CAPITALE. SEMPRE PIU' PROBABILE IL DERBY AI PLAYOFF ALLA UNIPOL ARENA
PESARO - FORTITUDO SUPERCOPPA 2001, PAGELLE E STATISTICHE