Appena premiato come allenatore dell'anno in A2, Matteo Boniciolli è stato sentito da Enrico Schiavina per il Corriere di Bologna. Un estratto dell'intervista.

"Della Fortitudo ho seguito tutto, ed ho sofferto molto. Resto amico di Martino, di Pavani, ho sentito Muratori. Una cosa posso dirla: in tanti anni con loro, a me non è mai stato imposto un giocatore. Errori ne hanno fatti tutti: la società, Repesa, Antimo, ma anche i giocatori, perché la squadra forse era mal costruita, ma non era così scarsa da retrocedere.
Resta il posto migliore d'Italia per fare pallacanestro, e io mi porto l'orgoglio di averci costruito qualcosa: vinta la B facemmo tre anni di vertice in A2 con giovani bolognesi, o pescando nel sottobosco ragazzi come Raucci o Italiano. Ci vogliono lavoro e pazienza, mettendo in chiaro che non è scritto che si risalga subito. Si può lo stesso ritrovare entusiasmo, senza fare sciocca retorica, anche se è vero che la A senza la Effe è più povera.
La pressione? Una volta, abitavo in via del Pratello, incrocio una persona che aveva collaborato col club anni prima, si occupava delle trasferte: chiacchieriamo e ci salutiamo con grande cordialità. Pochi minuti dopo rincaso e scopro che la stessa persona mi sta pesantemente insultando su un social. Detto che di lui non mi dimentico, e che a me sui social è stata augurata la morte, capisco che serva una corazza che non tutti hanno, quando si ha un ruolo pubblico molto esposto. E il basket a Bologna lo è.
La Virtus? Scariolo è uno dei più grandi allenatori al mondo, ma il ritorno in Eurolega è il coronamento di un lungo percorso, iniziato da Ramagli e continuato da Sacripanti e Djordjevic. Il ciclo di Zanetti è esemplare, e il risultato straordinario: nello sport investire non è uguale a vincere. Anche se, come dico sempre al presidente di Udine, raramente vincono quelli che risparmiano"

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