Un campionato che finisce con piu' di duemila persone ad applaudirti, mentre perdi gara4 delle semifinali playoff con Messina, non puo' che essere definito esaltante. Alla fine la contingenza ha voluto che al Bignami di Ticchi&Teglia sia stato dato piu' spazio sui media che non alla Virtus, e il pubblico delle ultime uscite ha superato quello di Trieste e Roseto nei playoff maggiori. A questo eccellente risultato e' arrivato un gruppo praticamente mai modificato rispetto a quello che si ritrovo' alla prima di campionato. Il motto americano per cui alla festa devi ballare con la ragazza che hai accompagnato e' servito: nonostante alcune lacune tecniche evidenti (la mancanza di un esterno, forse, e la totale assenza di un 4 di ruolo), la scelta di non scegliere altre "ragazze" e' stata la migliore, e nessuno ha tradito. Diamo una pennellata di saluto a chi aveva cominciato con una sconfitta casalinga, ha concluso allo stesso modo, ma in mezzo... Pochi avversari si sono divertiti, basti pensare che entrambe le finaliste di questa LegaDue - Teramo e Messina - sono state sconfitte a domicilio dai rossoblu.

Abram - In alcuni momenti l'equivoco su cui molti hanno ricamato idee di tagli, spogliatoio spaccato e simile. Certo, l'idea iniziale di farlo diventare un ragionatore poteva sembrare balzana: quello che nasce quadro non muore tondo, o no? Gerrod storce il naso, poi ci prova e quando il fisico lo sorregge non va nemmeno male. Certo non sembra tonico come lo scorso anno, dispiace vederlo faticare nel battere l'uomo, Valentino Rossi su una Vespa. Ma quando puo' fa il suo, resta accanto alla squadra anche quando nella post season e' inutilizzabile e potrebbe andarsene in spiaggia, e il modo in cui ha accettato il ruolo e' da applaudire. Chiude con 11.8pti, il 46,2% al tiro e piu' di 2 recuperi a partita.

Agazzone - Quando ormai le cattivissime maschere del Paladozza non lo facevano entrare e gli chiedevano scusi-ma-lei-chi-è?, viene dirottato in B1 alla ricerca di spazi.

Barlera - Occhi addosso da parte di un mondo alla disperata ricerca di omoni da disfide all'ombra del tabellone, Paolone ha movimenti e fisico da urlo. Buon senso della posizione, non sempre suffragato da un uso delle braccia e dei gomiti positivo. Lui ai palloni ci arriva, e' solo che non sa poi come difenderli. La faccina buona viene penalizzata dagli arbitri: se anche in difesa prende posizione, quello sguardo da "passavo di qua non so cosa stia capitando" viene spesso zifolato. Ticchi si scusa per i pochi minuti concessigli, ma il tempo gioca dalla sua parte. Dovrebbe colorarsi le guance come i linebackers americani. Chiude con 11minuti, 3,7pti e 3,3 rimbalzi, oltre a 24 stoppate.

Branch - Presto ribattezzato "bench" per i tanti minuti passati in panca, ha qualche occasione di mettersi in luce quando Abram alza bandiera bianca. Sono piu' le volte che scivola sul campo che non quelle in cui fa canestro, pero'. Corollario utile in allenamento, 53 minuti giocati in toto.

Faggiano - Rappresenta nel migliore dei modi quella generazione di italiani strozzati dall'invasione di comunitari spesso scalcinati. Giocatore totale, che puo' portare palla e giocare sotto canestro, difendere esterni quanto lunghi. Dovrebbe velocizzare il suo non disprezzabile tiro da fuori per diventare un eccellente esterno a questi livelli. Perche' avra' anche movimenti e senso della posizione nell'area colorata che molti lunghi si sognano, ma lo hanno creato come il papero in mezzo ai papaveri, e troppe volte si trova stoppato e scaraventato fuori campo. Ma un po' alla volta si adegua, a prova di una intelligenza tattica fuori dal comune. Detto che il cuore non fa statistica, chiude con 8,3pti, il 52% al tiro e quasi 4 rimbalzi di media.

Ghiacci - Croce e delizia. Comincia l'anno in doppia di media, poi si confonde. Aletta che forse troppo spesso viene messo a giocare piu' esterno di quanto non potrebbe, ha le classiche esaltazioni e mortificazioni adolescenziali. Puo' tirare da 3 e schiacciare, ma anche tirare pietre e perdere palloni in serie. Gia' buon difensore, la sua maturazione passa dal miglioramento al tiro, prima. Poi, capire che non ci si deve buttare a canestro ogni volta: leggere le difese, per evitare orrori. Ticchi avrebbe voluto mettere del filo spinato nell'area, a volte. Sarebbe ottimo nei 3vs3, chiude con 7,4pti, 2 recuperi e 15 stoppate complessive.

Levin - Computerino, dicono. Non di quelli che ti cambia la vita, ma che traduce regolarmente le informazioni che gli vengono immesse. Quando viene pressato si trasforma in un Commodore e soffre. Ma per uno svedese dal nome tennistico arrivato per fare il cambio di un americano, e trovatosi ad essere titolare ed unico regista di ruolo, il giudizio deve essere positivo. Quasi sempre all'altezza, forse con lui si e' fatto il passo piu' lungo della gamba, ma la gamba ha resistito. Chiude con 8,7pti e il 49,8% al tiro totale.

Masieri - La mano gli prude, e soffre di questo tic per cui ogni cosa che gli viene passata deve essere lanciata a canestro. Sia un pallone biancoblu, sia l'asciugamano dalla panchina, sia una piadina a fine gara, lui fionda. Il primo tiro spesso va fuori, poi puo' metterne anche 5-6 di fila. Arma spesso devastante contro le zone, nel finale riesce anche a segnalarsi in difesa e a rimbalzo. Puo' giocare 5 o 30 minuti, fare ciuf o sdeng, ma il sorriso sulle labbra di chi comunque si diverte non gli si cancella mai. Puo' crescere ancora. Chiude con 16 minuti e 5 tiri da 3 tentati a partita (fate voi i calcoli...), 7pti e il 40% dall'arco, un po' sporcato nelle ultime partite.

Moruzzi - Decimo uomo con fascetta in testa e poche occasioni per mettersi in mostra (solo 72 minuti giocati). Non tira praticamente mai, ma quello che deve fare - passarla bene e mordere in difesa - lo fa.

Pilutti - Anche per lui le statistiche non dicono che il cuore lo ha messo sempre, ma che troppo spesso hanno vinto ossicina che si spezzavano e acciacchi vari. Inizialmente fatica a capire che non e' piu' in Fortitudo, e che deve guardare anche lui il canestro non avendo fagocitatori di palloni accanto. Tiene la doppia di media, poi si annacqua non riuscendo mai ad avere una buona condizione. Difende su tutti, e quando c'e' da dire una parolina ai mediocri arbitri di questa categoria non si fa pregare. Collante dello spogliatoio, chiude con 6,5pti e il 40% al tiro totale. Non un gran che, ma gli alibi ci sono.

Rush - Alla fine ci si affeziona a Pluto, arrivato alla 95sima partita con questa canotta. Ai suoi movimenti spalle a canestro spesso improvvisati, e ai suoi balzi in certi casi clamorosamente fuori tempo. Perche' e' uno che da' sempre quello che ha, tradisce di rado, e quando ha attorno buoni compagni riesce anche a nascondere una tecnica non esattamente sopraffina. Dovrebbe passare l'estate con Faggiano per qualche ripetizione. Non un grande rimbalzista, crea pero' spazi e tagliafuori per i compagni. Pochi avversari se lo sono mangiato, e ogni tanto e' lui ad alzarsi da tavola sazio. Chiude con 13,7pti, 6,8 rimbalzi e 2,3 recuperi.

Williams - Dicono farfalla. Si definisce zanzara. Uno dei migliori yankee dell'anno, e' il bicchiere mezzo vuoto del 3 che non puo' difendere su molti omaccioni, e il mezzo pieno dell'atipico immarcabile, quando riesce a decifrare le difese e capire se sia il caso di andare sotto o tirare da fuori. A volte egocentrico, spesso pero' si carica la squadra in spalla quando vede gli altri ammosciati. In alcune occasioni sfiora il trentello, e molti gli fanno il filo sperando che dalla Finlandia gli arrivi un congelato quanto preziosissimo passaporto. Unica pecca? E' uno dei peggiori tiratori di liberi mai visto in citta': 54,4% totale, su quasi 5 tentati a partita. Se nella serie contro Messina avesse tenuto almeno il 60%, sullo Stretto avrebbero veramente tremato. Chiude con 19pti, il 47% al tiro totale e 8 rimbalzi di media. Complimenti a chi lo ha stanato.

Ticchi - Andrebbe premiato come miglior allenatore dell'anno, vista l'identita' forte che ha saputo dare a questo gruppo. Gli osservatori esterni si sono stropicciati gli occhi davanti ad una banda dove tutti portano palla, tutti giocano spalle a canestro, e in difesa nessuno si preoccupa di quanto sia grosso l'avversario, e pensa solo a macinarlo. Vince molte scommesse, e forse meriterebbe chiamate dall'alto, magari anche dalla stessa Basket City che lui, unico, ha saputo tener su in un anno di chiaroscuro da parte dei fratelli maggiori. Unico appunto, un guidoliniano eccesso di "guardiamoci alle spalle" che puo' in alcuni momenti aver appagato giocatori che, inconsciamente, invece di puntare al quarto posto hanno continuato a cercare di evitare il tredicesimo. Ma visto l'equilibrio della Lega, meglio cosi'. Solo alla fine dice "adesso voliamo", e sbatte fuori una Scafati che voleva la promozione. Chi e' venuto a vedere il Bignami si e' divertito: sopra o sotto di 20, finale al cardiopalma assicurato.

Societa' - Incredibile cosa sia riuscita a fare una dirigenza "dilettantistica" nel senso migliore del termine, con pochi mezzi ma tanta buona volonta'. Pesca giocatori sconosciuti, li difende, e arriva ai migliori risultati della propria storia. Ora, ci vuole solo il coraggio e la sfacciataggine di andare avanti, malgrado le voci di traslochi di qua e di la'. Il patrimonio di credibilita', visibilita' e pubblico che e' stato guadagnato non va dissipato. C'e' tanta gente che nel Bignami ritrova quell'entusiasmo nel tifare per la piccola che si fa sberleffi delle grandi, e che da tanti anni non provava. Unico appunto: questi tifosi non andrebbero assordati dalle mai abbastanza vituperate trombette. Se ai piani alti sapessero in quanti hanno detto "bello spettacolo, ma tornero' non appena smetteranno di massacrarmi l'udito", forse le cose migliorerebbero. Ma tutto il resto e' gloria.

2 APRILE, IL GIORNO DELLA FORTITUDO VITTORIOSA A REGGIO EMILIA E DI TEO ALIBEGOVIC
LO SFOGO DI MATTEO BONICIOLLI