Come fare a giocare se ti manca il miglior difensore? Semplice, provare a fare sempre canestro. Magari non era questa l’idea iniziale di Matteo Boniciolli, ma alla fine quel che conta vincere, e la Fortitudo torna a casa da Jesi con una vittoria che rende meno complicato l’arrivare ai playoff in una domenica dove le avversarie avevano sfide facili (Ravenna, vinta), difficili (Verona, persa) e incrociate (Treviglio-Trieste, vince Trieste, e potrebbe non essere una brutta notizia). Intanto, quel che c’era da fare è stato fatto, viaggiando con percentualone (quasi il 70 da 2, oltre il 50 da 3) che hanno reso il tutto molto più semplice. Tutto bene, quindi, in attesa delle prossime gare. L’atteggiamento, comunque, non sembra dei peggiori, ecco.

Boniciolli inizia con Montano e Amoroso in quintetto, e con una squadra che corre forse un po’ più di quanto non dovrebbe, forzando attacchi al canestro scoprendosi, così, di fronte ad una Jesi comunque non del tutto organizzata. 9-8 interno, poi gli aggiustamenti e un momento magico in attacco: Flowers ne fa 15 in pochi attimi con palloni che andrebbero a segno anche se tirati al contrario, Amoroso kareemeggia, Jesi manco sa da che parte iniziare, 20-4 di break e massimo vantaggio di 28-13, aggiornato al 28-15 del 10’.

Però, la Fortitudo da esportazione è penelopica come non mai, e il prodotto interno lordo viene subito dissipato: Santiangeli si sveglia, ha spazio anche lo scoordinato Hunter, controparziale di 16-0 e nuovo, sottile vantaggio marchigiano. Serve ricordarsi dell’esistenza di Daniel, che prima con le proprie forze poi girando la palla ispira, dal 28-29, il ritorno in vantaggio bolognese: ritmo alto, palloni che non si offendono a finire a volte a chilometri da dove dovrebbero arrivare, ma 44-38 fortitudino al 20.

Italiano, quasi fuori esistenza a non entrare in quintetto, ricorda comunque come i suoi terzi quarti siano qualcosa di molto solido, ed è il motorino del nuovo parziale che permette alla Fortitudo, nel ballo dei break, di fare subito 60-46. Però, come sempre, non è la volta buona per festeggiare: Boniciolli prova il quintettone con tre lunghi, forse non con collegamento causa-effetto Jesi ripazialeggia 3-13, e per tenere ancora la barra del possesso partita si deve tornare, guarda un po’, da Carraretto: prima boccia toccata e tripla del 70-61.

Vediamo chi ne ha di più, si potrebbe dire, ma Jesi non riesce a trovare almeno due uomini in contemporanea che possano dare una mano, mentre la Fortitudo ha uno di quei cilindri che sembrano in realtà i pantaloncini di Eta Beta, e qualcosa di diverso sbuca sempre fuori. Così, i gol della staffa arrivano da fuori, soprattutto con il non scontato mittente a nome Candi: uno di qua, uno di là, e diventa 87-68. Potrebbe diventare lungo garbage time, Gueye prova a non arrendersi, ma ancora Flowers, ancora Candi, si scollina quota 90 a 3’ dalla fine della gara e tutto il resto sarà anche noia se Califano fosse stato jesino, ma per Bologna è gioia, con il solo problema finale di Italiano che, schiacciando a tempo quasi scaduto in solitaria il centesimo punto della partita, fa infuriare un po’ la gente di casa.

(Photo by Roberto Serra / Iguana Press / Fortitudo Eternedile Bologna)

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